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Intervista doppia: Mannone - Belluta

"Due Signori del biliardo a confronto..."
 
Salvatore MannoneRiccardo Belluta

Quale è stato il tuo primo approccio con il biliardo? Chi ti ha dato i primi insegnamenti e quanti anni avevi?

«Ho conosciuto il biliardo nel 1982, appena dopo i mondiali di calcio in Spagna, ricordo bene il periodo perché ho iniziato a giocare in seguito ad una forte delusione d’amore: a quel tempo vivevo a Milano e giusto a pochi metri da casa mia si trovava una discoteca, che frequentavo spesso con "lei"; poco lontano, una sala biliardi... ed io, per evitare di incontrarla, andavo a giocare a biliardo. Non ho avuto un "maestro" in particolare, ho avuto la fortuna di crescere, biliardisticamente, in un ambiente frequentato da giocatori di alto livello. Ho cercato di "rubare" il più possibile»... (E ti è riuscito bene! Ndr).

«Ho iniziato a giocare a biliardo all’età di 14-15 anni, all’oratorio, a quei tempi i bar erano "vietati" a noi minorenni. Sono arrivato a conoscere il biliardo grazie ad un amico, un certo Marsala, colgo questa occasione per salutarlo, e poi, avendo la fortuna di vivere in centro a Milano, ho avuto l’opportunità di crescere con gli insegnamenti di Winkler.»


Qual è il risultato della tua carriera che ti ha dato più soddisfazione?

«Sicuramente la vittoria alla World Cup Pro nel 1992. Prima di allora non ero molto conosciuto e i forti giocatori dell’epoca non mi davano molta credibilità, dicevano che stavo crescendo, e vincere quel titolo mi ha dato importanza all’interno del circuito dei giocatori di rilievo, è stata certamente una vittoria che mi ha dato tanto.»

«Non l’ho ancora conseguito. Certamente aspiro a vincere un mondiale ma... non gioco ancora come vorrei giocare. Chi mi conosce lo sa, sono sempre alla ricerca di miglioramenti, sento che c’è ancora da imparare molto in questa disciplina.»


Visto che, hai giocato anche sui biliardi con le buche, cosa ne pensi dell’idea di reintrodurre questa specialità, anche se i tavoli sarebbero diversi?

«Non ho giocato molto sui biliardi con le buche, ho iniziato nel 1982 e nel 1985 sono nati gli internazionali. Per me,e per quelli della mia categoria, sarebbe sicuramente un vantaggio, se ci sono ostacoli in più prevalgono sicuramente tecnica e conoscenza. Ma sono convinto che il "biliardo spettacolo" è questo, anche se la proporzione gioco di attacco e gioco di difesa non è molto rispettata.»

«Mah... Diciamo che sarei favorevole ma per il semplice motivo che io sono nato lì. Penso anche che sia un gioco più completo rispetto a quello di oggi, sia tecnicamente sia da un punto di vista di esperienza e malizia. Su quei tavoli ho imparato il vero gioco del biliardo.»


Secondo te, sui biliardi internazionali che usiamo oggi, viene premiato maggiormente il talento o la conoscenza?

«Difficile dare una risposta, sono indispensabili entrambe anche se, personalmente, credo che l’approccio mentale e la concentrazione sono fondamentali in questo sport. Molte volte non ci sono le condizioni mentali ideali per esprimersi al meglio e talento e conoscenza ne risentono.»

«Per i punteggi corti, previsti dalle manifestazioni internazionali e nazionali (mondiali, btp) conta certamente di più il talento. Se le partite fossero più lunghe sarebbe fondamentale e decisiva la conoscenza.»


E la fortuna? Quanto conta?

«Ultimamente conta sicuramente di più rispetto agli anni passati. Il giocare sempre in attacco comporta una serie di situazioni di "fortuna" - soprattutto in fase di rimanenze - che ormai sono "croniche".»

«La fortuna va e viene, incide di più adesso, questo è sicuro. La differenza sta nel fatto che sui biliardi con le buche alla sfortuna si poteva in qualche modo rimediare, mentre su questi tavoli è molto più difficile recuperare.»


Il tiro che hai eseguito in gara che ricordi con più soddisfazione?

«Eravamo a Montesilvano (PE) in una delle ultime prove del BMA della stagione 1992-1993. E’ stata una partita molto bella, non tanto per le esecuzioni, quanto per l’intensità, eravamo entrambi (l'avversario era Gustavo Torregiani - Ndr) molto determinati. Il tiro è questo: Ho creduto molto nel fatto di prendere palla, consapevole che con la forza adeguata avrei coperto sia prendendo bilia dal lato sinistro che dal lato destro, o magari di fare anche punti in caso di bilia quasi piena... invece l’ho presa nel massimo del pieno, e il risultato è stato davvero sorprendente.»

«Spesso mi capita di eseguire dei tiri fantastici ma per la loro particolare difficoltà di non ricordarne la ricostruzione esatta. Sai, basta spostare di un millimetro che la situazione cambia completamente. Però ti assicuro che l'emozione, quella rimane anche dopo tantissimi anni. Quindi il tiro che ricordo avermi emozionato di più è stato un angolo a scendere di parabola giocato contro Nocerino al Mondiale PRO.»


Goriziana, italiana o tutti doppi?

«Il gioco principe è l’italiana, chi impara a giocare bene all’italiana impara a giocare a biliardo, gli altri si adeguano. Tutti doppi è un gioco che completa un po’ di più soprattutto per quanto riguarda il gioco di sponda e ti aiuta ad applicarlo in funzione del gioco davanti. La goriziana contempla una serie di tiri fini a se stessi, per quel tipo di gioco, poco utili nel caso delle prime due specialità.»

«Nessuno dei tre. L’italianissima è il gioco più completo. L’italianissima è nata dalla mente di Winkler, la presentò a noi allievi (io, Titonel ed altri), venne perfezionata e ci allenavamo proprio in questa specialità (per chi non la conoscesse l’Italianissima prevede l’utilizzo del castello da goriziana ma i punteggio sono gli stessi dell’Italiana, i birilli esterni valgono 1 punto). E’ un gioco più tecnico, in molti casi hai la doppia scelta, ad esempio, una raddrizzata puoi tirarla forte o piano cosa che all’Italiana non hai, se vuoi coprirti; e il pallino è più proporzionato rispetto al castello se confrontato con la goriziana o i tutti doppi.»


Cosa suggerisci prima di una gara? (alimentazione, riposo, preparazione fisica ecc)

«Personalmente, prima di una gara mi preparo molto sotto l’aspetto mentale, sono un tipo metodico, lo si vede anche nel mio modo di giocare. Se il cervello funziona bene e più facile che anche il gioco segua questa strada, quindi cerco di ritrovarmi in situazioni che mi aiutino a mantenermi lucido e mentalmente sereno.»

«Niente di particolare... sono un vizioso, mangio, fumo…. Anche se, con il passare degli anni, cerco di tenermi leggero con l’alimentazione prima di una gara.»


Nel tempo che non dedichi al biliardo cosa fai? Hobby, famiglia ecc…

«Cerco di passare più tempo possibile con la mia splendida famiglia, con loro ritrovo la serenità e la tranquillità di cui ho bisogno, sono il mio punto di riferimento» (mi piace sottolineare il fatto che Salvatore si emoziona visibilmente quando parla della sua famiglia) «Non ho hobbyes particolari, mi piace seguire il calcio, sono interista e mi piace molto il mare, e di conseguenza, tutto ciò che lo circonda, dalla pesca subacquea alla camminata sulla spiaggia.»

«Sicuramente dedico parte del tempo ai miei figli. Poi mi piace seguire gli sport in tv, motociclismo, formula uno, poco il calcio, sono milanista ma non seguo più di tanto. Mi piace molto anche la boxe.»


Hai un rito scaramantico che fai prima di ogni gara importante?

«Nessun rito... Non sono superstizioso... parto sempre dal presupposto che "vincere" non dipende solo da me ma molto anche dal mio avversario, da quanto sbaglia e da quanto mi lascia giocare. Molti sono convinti che a giocar bene si vince per forza ma non è sempre così.»

«Di solito un segno della croce, ma non certo per scaramanzia.»


In Inghilterra i giocatori di snooker sono visti come dei veri sex symbol, e in italia? Secondo te il giocatore di biliardo ha un suo fascino? Ti ha mai aiutato nella conquista di una donna?

«Certamente si, ma a creare questo "effetto" sono sicuramente i mass media, la televisione in particolare, ai tempi di telepiù erano molte le fans...»

«Quando guardi il biliardo in tv vedi delle espressioni del viso, dei giocatori, che noti in pochissimi altri sport, come fossero attori. Credo che questo possa creare un certo fascino attorno al giocatore di biliardo.»


Hai mai fatto sesso sul biliardo?

«Voglio essere sincero e ti rispondo... Sì! Basta che non mi chiedi di scendere in dettagli...»

«Col pensiero...»


Dimmi due pregi e due difetti del tuo cointervistato.

«Accidenti che domanda!» (Credo di averlo messo più in difficoltà qui che con la domanda precedente!) «Riccardo... gli riconosco un grande, grandissimo talento, e una conoscenza che ha solo lui... Difetti... non saprei, forse potrei dirti che lo vedo un po’ chiuso nell’ambiente del biliardo, il nostro è uno sport che vive di poco attualmente, e personalmente credo che ci sia bisogno di "diffondere la novella" , come si usa dire, il più possibile. Riccardo, forse per una sua forma caratteriale è un po' schivo... Non è un difetto ma sinceramente non mi viene in mente altro!»

«Prima di tutto Salvatore è un grande amico, corretto ed è sicuramente da ammirare per come sa stare sul tavolo di gioco, puoi contarli sulle dita i giocatori che hanno questa dote. L’unico difetto che gli riconosco è quello di essere un attimino permaloso.»


C’è qualcosa che invidi al tuo cointervistato?

«No, invidiare direi proprio di no»

«Da un punto di vista del gioco no, gli invidio, però, la serietà con cui prende il biliardo e tutto quello che gli gira attorno, cosa che io non ho.»


Hai mai perso dal tuo cointervistato? Se si, qual è la sconfitta che ti ha bruciato di più?

«Uhhhhhhhh! Hai voglia! Prima della vittoria alla prima prova BTP, proprio con lui, venivo da un periodo dove l’ho incontrato diverse volte e ho sempre perso. Non ho una sconfitta che ricordo in particolare... le nostre sono sempre belle partite, al di là del risultato.»

«Sì molte volte. Quella che ricordo di più è stata la sconfitta in semifinale alla World Cup Pro, che poi Salvatore ha vinto. Mi ha bruciato un po’ per i premi che c’erano in palio, a quel tempo erano davvero alti, ma ero diventato papà per la prima volta il giorno prima, quindi...»


Chi di voi è il più...
Lui Talentuoso Io
Lui Estroverso Io
Lui Conoscitore Io
Lui Colpitore Parità
Lui Riflessivo Io
Io Elegante Parità
Io Simpatico Parità
Io Chiacchierone Io
Io (penso) Amato dalle donne Lui
Devono dirlo gli altri Bello Non siamo noi a dover giudicare...
Lui Chi ha vinto di più Io
Parità Corretto Parità
Parità Testardo Lui
Parità Permaloso Lui

Saluta il tuo cointevistato e fagli un augurio per la stagione agonistica in corso

«Ciao Riccardo, in bocca al lupo per la stagione agonistica... Alla prossima!!!» (il sorriso di Salvatore mi fa capire che spera che "la prossima"... vada come la precedente!)

«Ciao Salvatore, per te la stagione è iniziata bene», il sorriso di Riccardo sottolinea l’ironia «ti auguro, e mi auguro, che arriviamo a Luglio a Saint Vincent a contenderci il titolo italiano insieme, visto anche che il match Mannone-Belluta piace sempre.»

Mannone con l'intervistatrice Belluta con l'intervistatrice

 
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