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UK Championship: i giovani possono attendere...

"Rivincita dei «veterani» a York. Peter Ebdon si aggiudica il suo secondo Slam in carriera"
 

L'articolo sul recente Grand Prix di Aberdeen, dominato dai giovanissimi, si era chiuso con una domanda: «nel prossimo Campionato del Regno Unito assisteremo al riscatto dei grandi campioni?» Beh, pare proprio che le cose siano andate così... il confronto tra la somma delle età dei finalisti non lascia dubbi: 45 anni al Grand Prix, 73 allo UK Championship!

Ding Junhui
Ding Junhui, campione in carica

Evidentemente la formula tradizionalmente adottata in questo torneo (il secondo per importanza della stagione), ovvero l'eliminazione diretta con partite al meglio dei 17 frame sin dal primo turno, favorisce i giocatori che alla lunga possono far valere i diritti dell'esperienza; prova ne fu la finale raggiunta lo scorso anno dal 49enne Davis, sconfitto in quell'occasione da Ding Junhui.
Ma... come sarebbe? Il cinese ha solo 19 anni! E tutto questo discorso sull'esperienza? Ebbene, crediamo che il giovane Junhui meriti davvero una menzione a parte: qualificato per le finali della Premier League, si è dovuto ritirare per partecipare ai giochi asiatici dove ha dominato vincendo l'oro in singolare, in doppio e a squadre. Senza un solo giorno di sosta, altro volo intercontinentale e via col Campionato del Regno Unito... e crediamo che solo la stanchezza (giocava per il nono giorno degli ultimi dieci) e il fatto di trovarsi di fronte al suo mentore Peter Ebdon, gli abbiano impedito di ripetere l'affermazione dell'anno scorso.
Ma, se mai fosse stato necessario, il cinese ha dimostrato anche in questa occasione una forza devastante, dando credito alle parole di chi prevede un suo impatto sul mondo dello snooker simile a quello che ebbe Tiger Woods nel golf.

Neil Robertson
Uscita di gara prematura per il
vincitore dell'ultimo Grand Prix

Tornando alle vicende di questo UK Championship, il secondo turno vede l'uscita a sorpresa di Neil Robertson (prima partita per lui), fresco vincitore del suo primo ranking tournament, per mano del finlandese Robin Hull. Va detto che Hull è un giocatore molto solido, uscito vincitore dalle prequalifiche (eliminando, tra gli altri, Jimmy White) e da un primo turno contro l'inglese Bond. E' anche più abituato a dare il meglio di sé in situazioni «defilate», senza il grande pubblico ad assistere, come accade nei primi giorni di gara al Barbican Centre per via dei numerosi tavoli impegnati contemporaneamente. In questo senso, invece, l'australiano Robertson ammette: «Era la prima volta che giocavo in queste condizioni da un po' di tempo a questa parte... il pubblico e la TV tirano fuori il meglio di me, ma questo tavolo mi ha riportato sulla terra, e il mio avversario ha giocato bene».

Anche il campione del mondo 2005 Shaun Murphy paga pegno, superato 9-3 da un redivivo McManus, che disputa un buon torneo arrendendosi a Davis negli ottavi di finale.
Gli altri favoriti passano il turno, anche se uno dei protagonisti più attesi, Ronnie O'Sullivan, se la vede davvero brutta contro l'inglese Walden; «the rocket» critica duramente la qualità dei materiali di gioco a fine partita: «Non si tratta del peggior tavolo sul quale abbia mai giocato, ma qualcosa di molto vicino... se non fosse stato per quella sponda, Ricky avrebbe vinto 9-7, quindi in qualche modo la cattiva qualità del tavolo mi ha aiutato a superare il turno».

Ottavi di finale senza grandi sorprese (se si eccettua la sconfitta di Doherty per mano di un comunque ottimo Perry, ben capace di simili exploit), ma ricchi di incontri interessanti tra cui Hendry-Williams (il gallese gioca alla grande nella sessione serale, ma aveva accumulato troppo distacco in quella pomeridiana per poter sperare in una vittoria contro il determinato supercampione scozzese), Stevens-Junhui (grande prova del cinese, che continua a dichiararsi preoccupato per la stanchezza ma surclassa comunque gli avversari) e O'Sullivan-Maguire (Ronnie chiude 5-3 la sessione pomeridiana e poi infila 4 frame consecutivi alla ripresa del gioco).

O'Sullivan si ritira
Ronnie O'Sullivan: «Per oggi ne ho
abbastanza». Si ritira ed esce dall'arena

L'edizione 2006 del Campionato del Regno Unito resterà molto a lungo nella memoria degli appassionati... e ci resterà per un episodio accaduto nei quarti di finale. Non ce ne vogliano John Higgins (in forma smagliante, spazza via anche Perry per 9-3), il campione del mondo Dott (che supera con autorità l'intramontabile Davis) e Peter Ebdon, che riesce a prevalere sul suo pupillo Junhui... ma l'incontro che resterà nella storia dello snooker è indubbiamente quello tra Hendry e O'Sullivan.
Lo scozzese parte alla grande... sembra tornato quello dei vecchi tempi, non lascia quasi nessuna chance a O'Sullivan e si porta rapidamente sul 4-0. L'inglese muove finalmente il tabellone grazie a un quinto frame mal giocato da entrambi, e si mette in serie nel sesto. Si porta 24-0 ma perde posizione sulle rosse; tenta comunque l'imbucata, fallendola... e in questo momento succede l'incredibile: O'Sullivan stringe la mano al suo avversario e all'arbitro dicendo «Per oggi ne ho abbastanza» ed esce dall'arena, concedendo la partita! E' grande lo sconcerto tra il pubblico e lo stesso Hendry, nessuno ha la più pallida idea di quali possano essere le motivazioni dietro a un simile gesto, mai visto prima...
In seguito O'Sullivan si scuserà, giustificandosi con motivazioni per la verità poco convincenti... di fatto quello che è emerso ancora una volta con grande evidenza è la fragilità caratteriale del talento inglese, il quale ha notoriamente sofferto di depressione in passato, minacciando più volte il ritiro dalle competizioni, oltre a vari problemi personali che hanno inevitabilmente segnato in negativo alcune fasi della sua carriera. E' indubbiamente il personaggio n° 1 dello snooker mondiale, e probabilmente parte del suo fascino è dovuta anche a queste sue debolezze; giocatori e organizzatori hanno avuto parole di conforto per lui, ma non è escluso che debba incorrere in qualche sanzione disciplinare, per un comportamento che certo ha avuto poco a che fare con quello di un professionista.

Stephen Hendry
Stephen Hendry, tornato
a livelli di eccellenza

Ma tant'è... Hendry è in semifinale e ha finalmente la possibilità di competere per una vittoria di prestigio, dopo mesi e mesi di piazzamenti che comunque gli sono valsi il primato in classifica generale. Ma per tentare l'impresa deve prima superare l'ostacolo Dott, che si preannuncia tutt'altro che agevole... il campione del mondo ha un atteggiamento completamente diverso rispetto all'anno scorso, il suo gioco è più rapido e spumeggiante, e gli si legge in volto una convinzione dei propri mezzi mai vista prima. Prima sessione piuttosto equilibrata, che Hendry riesce comunque a chiudere in vantaggio per 5-3. Straordinario Dott nella prima parte della sessione serale: è il dominatore assoluto del tavolo, e break di 96, 92 e 85 lo portano avanti per 7-5. Sembra che possa finalmente ottenere la sua prima vittoria contro il 7 volte campione del mondo, ma è a questo punto che Hendry mette in gioco classe ed esperienza, si riporta in parità con un centone e un mezzo centone, per poi chiudere con un bellissimo 93 e approdare così alla sua decima finale del Campionato del Regno Unito (un record assoluto, al quale potrebbe aggiungere quello delle vittorie - a pari merito con Davis - se dovesse vincere il match decisivo).
La seconda semifinale sarà certamente ricordata come la miglior partita del torneo, disputata tra due campioni in forma eccezionale, determinatissimi, ottimi realizzatori e sopraffini strateghi del gioco. Ne viene fuori una battaglia durissima, colpo su colpo, nella quale un solo grave errore (una facile rossa fallita da Higgins sul 7-6 Ebdon) determinerà il risultato finale in favore dell'inglese, il quale sfiora anche la serie massima da 147 durante l'incontro. A fine partita, a testimonianza di quanto detto poco sopra, Ebdon (che esce dall'arena danzando per la gioia) dichiara: «Non sono mai stato tanto orgoglioso di me stesso [...] Per molti versi devo giudicarla come la mia vittoria più bella di sempre. La qualità del match è stata allucinante, guardavo John e avevo la sensazione che non avrebbe mai ceduto, ma io avevo la stessa consapevolezza di me stesso. Era come un incontro tra la forza irresistibile e l'ostacolo inamovibile...»

La finale
Siamo dunque all'ultimo atto (al meglio dei 19 frame), che vede leggermente favorito Hendry: il campione scozzese ha fame di vittoria, e si sente un leone dopo la rimonta con la quale ha demolito Dott in semifinale.
L'inizio della sessione pomeridiana sembra preannunciare che questo sarebbe stato «il suo giorno»: gioca nel complesso discretamente (eccezionale la percentuale delle imbucate lunghe, così come quella di Ebdon a onor del vero), ma le bilie rotolano decisamente dalla sua parte... Un episodio su tutti: sul 2-1 Hendry, Ebdon è in serie da 48, si appresta a imbucare una blu e riportarsi di tre sponde in zona di attacco delle rosse; lungo questo percorso incoccia nella marrone, che finisce in buca di centro... Hendry prende in mano il gioco e si porta sul 3-1. Ma Ebdon dimostra grande consapevolezza di sé e nervi d'acciaio, sciorinando serie da 60, 83 e 135 che lo portano avanti 4-3. Sembrava suo anche l'ottavo frame, ma l'ennesimo episodio sfortunato porta Hendry all'intervallo su un 4-4 che, per quello che si è visto in campo, poteva essere sicuramente un 6-2 per l'avversario.

Ebdon trionfa
Ebdon alza la coppa del vincitore

Dagli spogliatoi, tuttavia, rientra solo Ebdon... per i primi 4 frame della sessione serale Hendry è inesistente: le sue percentuali di imbucata crollano, e nel suo sguardo dopo ogni errore si legge tutta l'amarezza del campionissimo che dentro di sé sente ancora di poter spaccare il mondo, ma vede le bilie che non gli rispondono più come un tempo.
Ebdon, dal canto suo, comincia a sentire anche lui la pressione della vittoria da siglare, e comincia a sbagliare qualcosa... sull'8-4 sembra tutto finito, ma l'inglese combina un «disastro» che rimette in moto Hendry: lo scozzese vince quel frame e il successivo, con un'imponente serie da 116. Improvvisamente sembra che il vento sia cambiato: tutto poteva tornare in discussione... fino all'ennesima imbucata non difficile fallita da Hendry, che concede al suo avversario la boccata di ossigeno di cui necessitava. Ebdon chiude al sedicesimo frame con una bella serie da 70, da grande campione qual è.
Le sue lacrime durante la premiazione (video dal sito BBC) testimoniano quanto impegno e dedizione abbia messo negli allenamenti per questo torneo (che gli frutta anche un quarto posto nella classifica provvisoria), lontano dalla sua Dubai dove la moglie e i figli lo stavano guardando via internet. Peccato per Hendry, il quale avrebbe desiderato la vittoria almeno quanto il suo rivale; fa comunque piacere averlo rivisto ai massimi livelli, e le sue dichiarazioni del dopo-finale non possono che far ben sperare i suoi numerosi fans.

A gennaio si riprende col Masters, altra super-classica dello snooker: non si giocherà per la classifica mondiale, ma il prestigio che può dare una vittoria a Wembley va ben oltre qualsiasi calcolo statistico... a presto allora, e buon biliardo a tutti!

Visualizza il tabellone completo della Malta Cup 2007


 
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