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Le Traiettorie del Biliardo - pt. 5

"Lezione n°5: gli effetti"
 


Gli Effetti

Come promesso in questa lezione entreremo più intimamente nel discorso rotazioni introducendo un criterio di definizione degli effetti.
Genericamente l’effetto è un fenomeno che si determina quando la biglia non viene colpita nel suo esatto centro di massa. Essendo sferica e di materiale omogeneo, il centro di massa (o baricentro) combacia esattamente con il centro geometrico.
[Quando si dice che le biglie sono difettose per materiale disomogeneo (o per la presenza di bolle d’aria interne) ci si riferisce proprio ad un difetto di fabbricazione per cui il centro di massa, non combaciando più con il centro geometrico, provoca delle reazioni e delle alterazioni rispetto ai consueti urti. Per avere un’idea delle conseguenze di tale difetto si può immaginare in maniera eclatante il rimbalzo scomposto ed imprevedibile della famosissima palla-matta, il giochino che la maggior parte di noi ha collezionato da bambino.]
Se attraverso la stecca imprimiamo una forza non diretta esattamente verso questo centro di massa la biglia tende a ruotare su se stessa. Pertanto si muove dal punto in cui si trovava roteando. In questo suo esercizio la biglia si relaziona sempre con un vincolo costante, il piano di gioco su cui rotola. Il tavolo infatti determina la maggior parte dei fenomeni di sbandamento o recupero di traiettoria quando vogliamo mirare un punto imprimendo effetto. Le difficoltà delle esecuzioni si concentrano:
1) nell’ostacolo, quando la forza (la steccata) è rivolta verso il basso per cui la biglia viene schiacciata sul piano;
2) e nell’attrito, quando cioè la biglia ruotando accarezza il panno (*).
Poiché la quantità d’effetto impressa ad una biglia equivale alla frequenza di rotazione rispetto al tragitto percorso, possiamo facilmente intuire che a parità di giri al secondo la biglia sarà più carica d’effetto quando il suo moto viene ostacolato. Il fenomeno è visibile soprattutto quando caricando d’effetto miriamo in pienezza la biglia avversaria in modo che la battente dopo l’urto tende ad arrestarsi ed a sviluppare un taglio che difficilmente saremmo riusciti ad imprimere con il solo utilizzo della stecca (a meno ché non adoperiamo un colpo di massè).
Il massè altro non è che un colpo di effetto che sfrutta l’ostacolo del piano di gioco. In questo modo la biglia si carica di rotazione rispetto al tragitto percorso che, sviluppata improvvisamente, determina delle traiettorie surreali (per una dimostrazione consigliamo le spettacolari esibizioni del carambolista turco Semih Sayginer). In realtà il passaggio tra un colpo a stecca inclinata ed uno a stecca orizzontale è molto graduale. Sostanzialmente a causa dell’ingombro sterico della sponda la maggior parte dei tiri viene eseguita a stecca, seppur di poco, inclinata. Quindi c’è una tendenza costante a soffocare la biglia battente contro il piano di gioco.
Dopo questa breve ma doverosa premessa introduciamo il sistema per la descrizione degli effetti-rotazioni.
Delimitando il margine di punteria sulla biglia battente (oltre il quale non è possibile andare altrimenti s’incorrerebbe nella steccaccia) e dividendo il quarto di circonferenza in 6 archi di uguale lunghezza così da avere le proiezioni orizzontali e verticali otteniamo una serie di aree.
Chiamando le ordinate con le lettere (da A ad F) e le ascisse con numeri (da 1 a 6) abbiamo creato la griglia delle possibili punterie da cui nasce il concetto, già accennato precedentemente, degli effetti zonali.
Chiaramente la resa di questi effetti sui diversi tipi di biliardo dipende da moltissimi fattori:
1) caratteristiche della stecca:
a. peso e bilanciamento,
b. cuoietto (materiale e curvatura),
c. puntale,
d. ecc…
2) tecnica di sbracciata:
a. velocità,
b. forza,
c. impugnatura.
3) inclinazione della steccata.
Eseguendo il tiro d’effetto frontalmente ad una qualunque sponda possiamo quantificare questa resa in termini di punti diamanti (e di gradi). Il disegno si riferisce a due degli effetti zonali utilizzati più frequentemente: il B4 (color porpora) ed il D2 (colore blu-elettrico). Il tiro viene eseguito con una sbracciata di velocità normale, accompagnata ad una forza moderata (di 1 passata circa).
Nelle prossime lezioni
Nella prossima lezione completeremo la trattazione sull'argomento sottolineando alcune relazione relative alla stabilizzazione degli effetti. Anche se a prima vista può sembrare un discorso piuttosto complicato, più in avanti si trarranno i frutti delle analisi qualitative sulle rotazione. Pertanto mi raccomando di non perdere neppure una puntata.
(*) Un attrito si definisce radente quando la biglia sta slittando sul panno, volvente quando ha fatto presa e vi rotola sopra. Per una definizione più dettagliata consiglio il seguente link:

 
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