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Una settimana di carambola a Roma

"A Fiumicino Ferrara fa l'en plein vincendo sia il biathlon che il GP di 3 sponde"
 

Nell’ambito di uno sforzo organizzativo forse senza precedenti, se si eccettua quello annuale di S. Vincent a Luglio, la carambola italiana ha vissuto dei giorni indimenticabili; si comincia Lunedì 12 Marzo con una prova di biathlon: carambola 1 sponda e 3 sponde; quella ad una sponda è una delle specialità più difficili in assoluto, richiedendo tecnica d’esecuzione perfetta unita ad una conoscenza dei richiami per riunire le tre biglie. Non a caso è infatti la specialità preferita dai grandi trespondisti (Caudron e De Brujin in testa), molti dei quali hanno abbandonato, o quasi, i giochi di serie più classici.

Ne è convinto anche il responsabile zonale Franco Careddu, il quale la inserisce per la prima volta insieme al 3 sponde. Solo un’esigenza organizzativa alla quale non si poteva rinunciare, ha costretto la divisione in due della gara, giocandosi le fasi finali dopo quattro giorni e quindi tenendo lontano molti partecipanti che altrimenti avrebbero gradito la formula.


Da sinistra: Buzzanga, Spica e Ferrara

La Fibis Lazio ha tentato l’esperimento insolito di portare il biliardo tra la gente: fuori metafora si era veramente tra la gente che passeggiava con carrelli colmi di spesa, bambini curiosi che tentavano di prendere le biglie al volo durante la loro corsa eccetera eccetera. Se all’inizio la cosa era sembrata sconvolgente, dobbiamo riconoscere che al termine di tutte le gare, i giocatori intervistati hanno risposto positivamente; tutti hanno gradito la sede della manifestazione, il contatto ravvicinato delle persone «normali», cioè non i soliti frequentatori di sale, le belle ragazze che talvolta hanno distratto, piacevolmente, i giocatori dai loro conti sui diamanti. L’unica lamentela comune è stata quella di un livello di musica, irradiata in tutto il centro commerciale, troppo alto; essendo i giocatori costretti a stare all’interno per parecchie ore si arrivava alla fine della giornata piuttosto frastornati.

Anche alcuni particolari organizzativi non erano a punto nelle prime giornate di gara ma tutto è gravato solo su poche persone, merito quindi a coloro che hanno creduto nel progetto e che contano di ripeterlo, anche in altre sedi, in un prossimo futuro.
Limitatamente alla carambola 3 sponde, seconda prova del Grand Prix Italia (la prima si era svolta il mese scorso a Rho), alcune critiche si sono avute per la distanza ritenuta troppo corta e soprattutto per la mancanza d’arbitri, cosa che ha costretto gli stessi giocatori a turni consecutivi massacranti di gioco e arbitraggio.

Venendo alla parte tecnica, diciamo subito che Giuseppe Ferrara ha meritatamente vinto entrambi le prove, confermando alla grande il successo già conseguito a Rho; tutto ciò la dice lunga sull’attuale superiorità della scuola siciliana su quella continentale, fatte alcune piccole eccezioni; oltre a Ferrara entrano nei primi otto altri tre siciliani, Spica, Buzzanga e Orlando; due romani, De Franceschi e Garofalo; un campano, Ruocco e il cagliaritano Villasanta. Bellissime alcune partite con fasi alterne a favore dell’uno e dell’altro giocatore: citiamo quella tra Ruocco e Ferrara, la semifinale tra Spica e Buzzanga e la finale, dove lo stesso Spica esordisce al primo tiro con 6 di serie e fa suo il set; Ferrara, col solito fare aggressivo, non si arrende facilmente e vince il secondo e il terzo decisivo set. Peccato solamente che questo carattere così combattivo di Ferrara si trasformi talvolta in atteggiamento di manifesta sedicente superiorità nei confronti di altri giocatori: non ne avrebbe bisogno perché attualmente il suo gioco è di qualità abbastanza superiore a quello degli altri concorrenti, così come ha dimostrato nelle prove effettuate sinora. Spica realizza la migliore media di set del torneo (3.333) e la migliore serie, ben 9 carambole sulla distanza di 10, con il catanese Buzzanga.


Oscar Miotto e Giuseppe Ferrara

Parlando delle due singole gare, quella che ha destato più sorpresa per i risultati è stata il biathlon; come già detto Ferrara è stato superiore a tutti ma il romano De Franceschi si è subito presentato un avversario difficile. Lo è stato anche per Ferrara che, nell’incontro di semifinale, ha rischiato di essere eliminato dal romano, perdendo nel 3 sponde ma rifacendosi subito dopo nella sponda. Ma la sorpresa, piacevole per se stesso e per tutti gli altri, è stato il giovane carambolista Oscar Miotto: il 14 Marzo aveva festeggiato i suoi 82 anni e tre giorni dopo, ancora sotto i fumi dello spumante della festa, avanzava tranquillo e con buoni risultati verso la finale con Ferrara; onore al merito sportivo, alla costanza e a tutte le doti tecniche che questo signore ancora profonde sul tavolo verde; la grinta è quella di sempre, quando nei lontani anni ’60 riusciva ad impensierire anche i più forti giocatori dell’epoca e portava a casa record di serie che ancora sono nell’album ufficiale della federazione.

Ha diretto le due gare, biathlon e tre sponde, Franco Careddu, sacrificando così la sua partecipazione come giocatore. Una disponibilità totale nei confronti di tutti e per tutte le varie richieste che sono arrivate prima, durante e anche dopo le gare. Le classifiche complessive, molto particolareggiate come di solito non siamo abituati a vedere, di tutte le fasi delle gare sono solo un esempio della meticolosità che Careddu sa mettere in tutto quello che fa, con serietà e completa abnegazione.

Molto nutrita la rappresentanza romana nelle due gare; la sede li ha favoriti e molti erano alla loro prima esperienza nazionale. Anche i siciliani sono intervenuti in gran numero: da tempo loro sono inquadrati nella esclusiva zona sud che di fatto però non li mette in contatto con la realtà carambolistica del resto d’Italia, fatta la dovuta eccezione per la prova finale di S. Vincent. I risultati allegati mostrano chiaramente che il livello di gioco dei siciliani è al momento superiore agli altri, ma piccoli nuclei sparsi qua e là nel resto d’Italia stanno facendo progressi e la speranza è di poter contare su un decoroso allargamento di questi numeri. Per fare un esempio, la scuola napoletana, di cui Ruocco e D’Aniello sono i nomi più rappresentativi, ha una lunga tradizione di carambola ed è stata tenuta lontana solo da una cattiva pianificazione delle manifestazioni negli ultimi anni; Ruocco è stato uno dei pochi a mettere in serie difficoltà Ferrara e forse avrebbe anche meritato di vincere se la fortuna non gli avesse voltato le spalle andando invece a baciare la fronte del siciliano.


Santo Viglianesi, attuale campione
italiano di carambola artistica

Al termine delle gare, domenica sera, si è tenuta la seguitissima e spettacolare esibizione del più volte campione italiano di carambola artistica, il catanese Santo Viglianesi. Al posto delle lineari traiettorie viste prima nel tre sponde, qui invece le biglie sembrano impazzite e sfuggenti a qualsiasi legge conosciuta di fisica; il corpo di Viglianesi si erge dritto in verticale sulle tre biglie, la mano sinistra non tocca il tavolo ma si aggrappa quasi supplicando alla camicia o al pantalone dello stesso: è un «massè a mano alzata», il cuoio di diametro 14,5 si mostra impietoso verso la povera biglia che attende in silenzio il colpo di grazia che arriva puntuale e la fa schizzare verso improbabili direzioni, poi torna indietro e si mette a girare come impazzita e alla fine tocca dolcemente la biglia di arrivo. Nel mondo intero il turco Semih Sayginer è diventato famoso per le sue esibizioni di carambola artistica e per tiri inventati da lui stesso; corre voce, tra i giocatori di biliardo, che alcuni sono dei fotomontaggi o che almeno le biglie siano trattate con prodotti strani che consentono questi percorsi inverosimili. Ho dietro di me ad assistere due forti giocatori di 5 birilli che anch’essi erano convinti di questi «trucchi»; ed è la prima volta che assistono dal vivo, con materiali che hanno appena usato e lo stupore, espresso anche con colorite e divertenti frasi dialettali, diventa pian piano convincimento delle capacità del campione catanese che continua imperterrito nelle sue diavolerie. E' un peccato che Viglianesi non abbracci anche altre discipline della carambola perché ha già dimostrato di avere delle eccellenti capacità anche nel tre sponde.
Finisce anche l’esibizione e Salvo Oriti, responsabile nazionale della sezione carambola, conclude la settimana della carambola con un discorso di plauso per tutti, organizzatori e giocatori, facendo trapelare un’intima e completa soddisfazione.

I prossimi importanti avvenimenti per la carambola saranno a maggio, a Latina, per la prima prova di qualificazione a 3 sponde per S. Vincent e, molto probabilmente dopo poco più di un mese, a Firenze per la seconda ed ultima prova; queste appena citate valgono per le zone Centro-Nord; la Sardegna e la Sicilia hanno, come da programma della sezione consultabile sul sito Fibis, un calendario e un numero di prove differente, adatto per le diverse realtà delle singole aree.


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