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Il secondo sigillo di Higgins

"Lo scozzese si aggiudica il mondiale 2007 e torna al vertice della classifica"
 

Giunge all'epilogo la stagione agonistica dello snooker. Un epilogo che ha luogo, come da 30 anni a questa parte, al Crucible Theatre di Sheffield, arena di dimensioni piuttosto contenute (la sua capienza non supera i mille spettatori) ma perfetta per ospitare il biliardo, e unica nel suo genere per la partecipazione del pubblico, vicinissimo ai tavoli e quindi più «presente» accanto ai giocatori.

Non è facile abituarsi a questa situazione per i debuttanti al mondiale, e quasi tutti hanno incontrato difficoltà nelle passate edizioni. Immancabilmente, anche quest'anno le «matricole» hanno pagato dazio, e tra di loro due in particolare meritano una segnalazione: la prima è Ding Junhui, che certo non ha avuto fortuna nel «pescare» Ronnie O'Sullivan al primo incontro del suo esordio mondiale, ma cedendo di schianto per 10-2 (con percentuali di imbucate inaccettabili per le doti che tutti gli riconoscono) non fa che confermare il periodo di crisi in cui è piombato dopo la finale del Masters perduta dallo stesso O'Sullivan.

Judd Trump
Judd Trump, da tutti pronosticato
come un futuro campione

La seconda è il teenager Judd Trump, dominatore tra gli juniores e da tutti pronosticato come una stella del futuro; il 17enne di Bristol trova Murphy al primo turno, e lo sfida con la sfrontatezza tipica di un giovane della sua età: attacca il biliardo a tutto campo, alterna serie entusiasmanti a errori inspiegabili, ma manda fuori giri il suo avversario: tiene testa all'ex campione del mondo fino al 6-6, poi Murphy prende le redini del gioco e fa valere i diritti della classe e dell'esperienza, portando a casa i 4 frame conclusivi. Trump ha comunque messo in mostra un talento purissimo e un gioco scintillante: ci sono tutti i presupposti affinché possa far divertire non poco gli appassionati negli anni a venire. Per il momento si deve accontentare di essere entrato tra i top 64 della classifica: l'anno prossimo i tabelloni principali se li dovrà ancora sudare!

Caso forse unico nella storia, ai nastri di partenza erano ben nove i giocatori ancora in lizza per il primo posto nella classifica al termine della stagione, a conferma dell'assenza di un dominatore assoluto e del grande equilibrio e alternanza di vincitori cui si è assistito nelle ultime due stagioni. Di questi nove, il favorito n°1 era Graeme Dott, che partiva dalla pole position della classifica provvisoria ed era reduce da un convincente successo al China Open. Queste considerazioni non facevano tuttavia i conti con la «maledizione di Sheffield»: nessun neo-vincitore (compresi i plurititolati Davis e Hendry) è mai riuscito a ripetersi l'anno successivo al primo trionfo; neppure Dott è sfuggito a questa dura legge, perdendo addirittura al primo incontro per mano di Ian McCulloch.
Lo stesso Junhui, come già detto, è uscito ben presto dalla corsa al primato, mentre cominciano a salire le quotazioni di Higgins, Murphy ed Ebdon; anche Robertson e O'Sullivan, a patto di vincere il torneo, saranno matematicamente certi di ricevere in premio anche il ruolo di n°1 per tutta la prossima stagione. Non dovrà passare molto tempo,comunque, prima che uno di questi due nomi debba essere depennato dalla lista dei pretendenti al trono: Robertson-O'Sullivan è infatti uno degli accoppiamenti di ottavo di finale...

Stephen Hendry
Hendry crolla dal 1° all'8° posto in
classifica: mai così giù dal 1997

Molto scarse, invece, appaiono le chance del numero uno attuale, Stephen Hendry. Il supercampione scozzese, detentore del record di vittorie a Sheffield (ben 7, tutte negli anni '90), ha stentato per tutta la stagione e parte svantaggiato in classifica. Per giunta, a poche settimane dal mondiale ha cambiato stecca, scelta che si è dimostrata davvero infelice: nei momenti di difficoltà, la sua mancanza di feeling con l'attrezzo è stata evidente. Sopravvive soffrendo a un primo turno che non doveva presentare alcun problema contro il carneade Gilbert (ottimo giovane talento comunque, tradito solo dall'inesperienza), ma nulla può agli ottavi di finale contro un Ali Carter in grande spolvero, che lo seppellisce per 13-6.
L'Hendry che si è visto a Sheffield è un giocatore rapidamente incamminato sul viale del tramonto; i frangenti in cui riaffiora lo schiacciasassi degli anni '90 sono sempre più rari e brevi, intervallati da sequenze negative in cui è fin troppo chiaro che la fiducia nei suoi mezzi non è più quella di un tempo, e sul suo volto si legge un qualcosa di sconosciuto fino a pochi anni fa: l'ineluttabilità della sconfitta. I suoi tifosi possono tranquillizzarsi: ci vorranno ancora parecchi anni prima che lo scozzese si trasferisca, magari, in uno studio televisivo a tenere compagnia a Davis e Parrot; tuttavia sarà bene che si accontentino di qualche sprazzo di classe qua e là durante la stagione agonistica, poiché l'Hendry dei tempi d'oro, penso si possa dire con assoluta certezza, non lo rivedremo più.

Si è già anticipato dell'ottavo di finale più atteso, che vede di fronte due dei giocatori più in forma, spettacolari e amati dal pubblico (anche femminile!) del momento: O'Sullivan e Robertson. «The Rocket» parte fortissimo, e sembra intenzionato a ripetere la prestazione che l'ha visto dominare Junhui: la prima sessione si chiude per 6-2 in suo favore, con l'australiano che sembra non esserci. Ma la pausa deve avergli fatto bene (che ricorra anche lui al «Piano B» congegnato da Paul Hunter?), poiché alla ripresa del gioco lo si vede trasformato, pieno di grinta: trova il suo ritmo migliore e mette alle corde O'Sullivan: stavolta è l'inglese a tirare un sospiro di sollievo per il «gong» di fine sessione: siamo 8-8! La sessione conclusiva sembra iniziare ancora sotto il segno di Robertson, ma Ronnie tiene duro fino al 10-10 e poi lancia lo sprint finale: l'australiano non è in grado di reagire, e deve cedere il passo al più esperto rivale per 13-10... delusione per lui, ma dalla sua ha sia il tempo che i «numeri» per rifarsi nei prossimi anni.

Mark Selby
Mark Selby, rivelazione del torneo

Nulla di fatto anche per Peter Ebdon, il quale si fa travolgere dal giovane Mark Selby che sembra trovarsi molto a suo agio a Sheffield, dopo la splendida prestazione dell'anno scorso quando eliminò il favorito Higgins al primo turno e l'esordio di quest'anno, in cui supera uno Stephen Lee che non sbagliava mai e si era portato avanti per 5-0. Ebdon, oltre ad abbandonare le speranze di primato in classifica, torna a casa con un altro boccone amaro: a partita ormai compromessa, gioca sciolto e si trova 80-0 con 10 rosse e 10 nere imbucate, le 5 rosse rimanenti ottimamente distribuite e i colori sui loro spot. La tensione diventa sempre più evidente (ricordiamo che un 147 al Crucible vale ben 147.000 sterline, più le 10.000 per la miglior serie del torneo!!!) e la sua corsa si ferma a 97. Peccato!

Un altro nome, che puntualmente ritorna in auge al mondiale (favorito dalle lunghe distanze a lui predilette), è quello di Matthew Stevens. Al gallese, due volte finalista sconfitto a Sheffield, nessuno ha mai negato il riconoscimento di un grande talento e una classe da campione; quello che gli è sempre mancato sinora è il cosiddetto «killer instinct», quella cattiveria agonistica che ti fa tagliare il traguardo un istante prima del tuo avversario. Dopo due convincenti vittorie su Delaney e Allen (altro giovane da tener d'occhio) si trova a dover affrontare Shaun Murphy nei quarti: occasione perfetta di prendersi una rivincita dopo la drammatica finale del mondiale 2005!
Stevens è in condizioni eccezionali, gioca il suo miglior biliardo e per una volta lascia da parte la leziosità che tante partite gli è costata nella sua carriera. Chiude la seconda sessione addirittura 11-5, sembra finita. Alla ripresa, dopo due frame si va sul 12-6, e già si dipingono i nuovi possibili scenari di classifica dopo la sconfitta di Murphy, ma qui le cose iniziano a complicarsi: l'inglese gioca ormai rilassato senza nulla da perdere, mentre Stevens va sempre più in sofferenza e comincia a sbagliare biglie decisive, spesso tutt'altro che impossibili. 12-8, 12-10, 12-12... il gallese non esiste più, ormai schiacciato dal peso di tutte le occasioni mancate, e Murphy non si lascia scappare l'occasione di siglare la più clamorosa rimonta nella storia di Sheffield: mai un giocatore era riuscito a risalire da 5-11 per vincere un match al meglio dei 25 frame. Sconfitta devastante per Stevens, che per di più deve incassare il duro colpo dell'uscita dai top 16, che lo costringerà a giocare le qualificazioni l'anno prossimo. Un'occasione d'oro perduta, speriamo che non sia l'ultima per il più forte giocatore (forse dopo Jimmy White) a non aver mai vinto un titolo mondiale.

Dall'altra parte del tabellone, continua il cammino «da incubo» per O'Sullivan: dopo Junhui e Robertson ora gli tocca Higgins, che sembra aver trovato la forma migliore proprio al mondiale, al termine di una stagione incolore.
La prima sessione annuncia scintille, con serie fantastiche da ambo le parti a determinare una perfetta parità: 4-4. Ma nella seconda sessione c'è un solo giocatore in campo, ed è proprio lo scozzese: Ronnie gioca male, non riesce ad arginare il suo decisissimo avversario e si va al riposo sull'11-5 Higgins... col traguardo fissato a 13, era per lui solo una questione di mantenere i nervi saldi di fronte a un probabile colpo di coda di Ronnie, che in effetti c'è stato: l'inglese riesce a portarsi fino al 9-12, ma un ultima rossa mancata spiana la strada delle semifinali a Higgins.

Stephen Maguire
Lo scozzese Maguire rimpiangerà
a lungo l'occasione persa con Higgins

Il suo avversario in semifinale è un altro campione ritrovato: Stephen Maguire. Lo scozzese, che tre anni fa era sembrato il nuovo «messia» dello snooker, si era poi perso per strada, smarrendo le doti che ne avevano contraddistinto l'inizio di carriera, specie nel gioco a distanza. Nei primi turni di questo mondiale, approfittando anche di un varco nel tabellone lasciato da Dott, mette in mostra un ottimo gioco e sigla serie di grande qualità tra cui un bellissimo 143 (contro Hamilton, nei quarti), e si presenta decisamente «in fiducia» all'appuntamento con il connazionale.
Ne esce la miglior partita di tutto il torneo, condotta per due sessioni sul filo dell'equilibrio più assoluto con un Maguire che costringe Higgins a sfoderare il meglio del suo repertorio per restare in scia: nonostante ciò, con un guizzo eccezionale Maguire riesce a portarsi 14-10 dopo la terza sessione, e sembra davvero poter sferrare il colpo del K.O. Ma il «Mago di Wishaw» non si arrende, vuole fortissimamente il secondo titolo mondiale che lo consacrerebbe definitivamente tra i «grandi» della specialità, e combatte come un leone. La svolta al 30° frame: avanti 15-14, Maguire è in serie, ma fallisce la rosa decisiva al centro. Higgins sale al tavolo e ripulisce, lanciandosi per la volata finale. La sconfitta lascia stordito il povero Maguire, che commenta amaramente: «sono devastato, forse non mi capiterà mai più un'occasione simile di vincere il mondiale». Da parte nostra non possiamo che augurargli il contrario, e sperare che il suo ritorno ai massimi livelli possa essere confermato nelle prossime stagioni.

Higgins primo finalista quindi, con la prospettiva di uno scenario particolare e suggestivo: se sarà Murphy a raggiungerlo, i due non solo si disputeranno il titolo (sarebbe il secondo per entrambi), ma anche il primo posto in classifica mondiale. Tutto questo, ovviamente, se l'avversario di Murphy è d'accordo! E Selby (che dopo Lee ed Ebdon aveva siglato un'altra bella vittoria al «photo-finish» su Carter) non lo è stato affatto, d'accordo... match nervoso, altalenante: 7 centoni alla fine, ma anche tanti errori. Quello di Selby sulla blu al 30° frame, che regala a Murphy un vantaggio di 16-14, sembra mettere la parola fine all'incontro. Ma il ragazzo di Leicester resta calmo, non demorde e mette a segno una serie da 68 per ridurre il gap, pareggia con un frame nervosissimo e chiude in bellezza con un 64 sotto pressione degno di un veterano. E' 17-16 per lui, e adesso... adesso c'è una finale di Campionato del Mondo da giocare!

Di fronte dunque l'esperto Higgins, che vuole a tutti i costi il secondo titolo mondiale che lo porterebbe alla pari con i suoi due «gemelli» O'Sullivan e Williams (sono tutti e tre del 1975), e il giovane qualificato Selby, la cui «favola» a Sheffield assomiglia molto a quella che solo due anni fa portò l'allora semisconosciuto Murphy a sollevare il trofeo più ambito di questo sport.
Davvero un bel tipo questo Selby, e più di tutto ha stupito la sua simpatia e la sua spontaneità anche nella spasmodica tensione di una finale mondiale: quando un buontempone tra il pubblico tossisce apposta durante il suo brandeggio, si volta, gli fa un bonario sorriso e alza amichevolmente il pollice... Poi si rimette sul tiro e inchioda una delle tante imbucate spettacolari che ha messo a segno nel torneo; lo si è visto persino firmare autografi mentre l'arbitro sistemava le bilie tra un frame e l'altro!

John Higgins
John Higgins, al suo secondo mondiale
Ma quando gioca a biliardo fa decisamente sul serio... stavolta parte male però: forse ha dormito poco per l'eccitazione, forse patisce la stanchezza dei 96 frame giocati fino alla semifinale; fatto sta che nelle prime due sessioni dapprima arranca, poi gradualmente sparisce dal campo; si va al riposo sul 12-4 Higgins e già si discute se avremo una sessione serale conclusiva, o se allo scozzese basterà quella pomeridiana per chiudere il conto...
Non ha dubbi in proposito Selby, che vuole dimostrare di non essere lì per caso: inizia la sessione pomeridiana di lunedì con ritrovata freschezza, e la tranquillità di chi non ha nulla da perdere: tra lo stupore generale, inanella sei frame consecutivi mentre Higgins non può che stare a guardare! Ne mancherebbero ancora due prima dell'intervallo, ma il ritmo piuttosto lento imposto dai giocatori convince l'organizzazione a una chiusura anticipata, per dare ai giocatori un giusto riposo prima della sessione conclusiva. Buon per lo scozzese, che quasi certamente in quelle condizioni avrebbe perso anche quei due frame, vanificando tutto il vantaggio costruito la domenica.
Al rientro in campo, si vede già un altro Higgins: più preciso e determinato, riporta il match su un piano di parità e non si fa irretire dall'evidente tentativo di Selby di rallentare il ritmo. Quasi incredibile la nonchalance con cui il giovanotto resta anche 2 minuti a riflettere sul tiro, senza apparentemente avvertire alcun disagio nei confronti di un pubblico che inizia a spazientirsi un po'. La tattica comunque dà qualche buon frutto, e Selby riesce a ridurre a 1 solo frame il suo distacco: 13-14. Higgins si aggiudica l'importantissimo 28° parziale, e l'ancor più decisivo 29°, dopo che Selby ha gettato via un'ottima occasione di riportarsi sotto, fallendo una comoda imbucata al centro. Higgins non si volta più indietro, e piega definitivamente la resistenza del tenace avversario con uno splendido 129 e un 78 conclusivo che suggellano il 18-13 finale.

Non ci resta che una parola conclusiva, andando a ripescare i pronostici fatti in agosto, in fase di presentazione della nuova stagione. Direi che possiamo essere più che soddisfatti: il nostro favorito Higgins non ci ha delusi, riscattando una stagione tutto sommato deludente con un trionfo mondiale che lo riporta al vertice della classifica; tra i giovani, Junhui, Murphy e Robertson hanno certamente mantenuto le promesse, vincendo tutti almeno un torneo e guadagnando moltissime posizioni in classifica; e persino la puntata «azzardata» su Mark Selby si è rivelata vincente: una finale mondiale e un undicesimo posto in classifica, davvero niente male!

Vogliamo comunque tranquillizzare i tanti appassionati di questo splendido gioco, che non rimarranno a bocca asciutta nei prossimi mesi: abbiamo tutta un'annata alle spalle da riassumere, e per i mesi estivi sono in programma alcuni interessanti articoli di approfondimento, aspettando la ripresa delle ostilità in agosto col Northern Ireland Trophy!
E' stata una grande stagione per lo snooker, ma siamo certi che la prossima lo sarà ancora di più: il fascino di questa specialità sta definitivamente conquistando anche l'Italia, e i nuovi tavoli che vengono installati mese dopo mese non fanno che confermarlo... A risentirci presto dunque, buon snooker a tutti!


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