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Intervista a Nestor «Nenè» Gomez

"La Community incontra il Grande Maestro!"
 
Nestor GomezCon chi potrei parlare di biliardo, chi mi può far capire l'anima di questo gioco? Mi hanno consigliato Nestor Gomez, tu che ne pensi? Non lo conosco molto…
Non conosci Nenè?!? Bè, andiamolo a scoprire…

Intervista degli utenti della BW Community al grande Maestro:

BW: Ho seri problemi di vista, ma quando gioco gli occhiali mi danno molto fastidio. (Sebbene i suoi non siano troppo Cool) volevo chiederle se se li era fatti fare apposta?

«Sì, me li sono fatti costruire appositamente per ridurre il fastidioso riflesso delle luci sulle biglie e sulle sponde. Ne utilizzo anche un tipo particolare soprattutto quando gioco sul biliardo televisivo, dove il riflesso delle lampade alogene è ancora più manifesto.»

BW: Come fa, alto com'è, a non essersi spezzato la schiena dopo tanti anni di biliardo?

«Effettivamente impostarsi sul biliardo presumere una certa prestanza e tonicità fisica. E' necessario infatti avere cura del proprio corpo seguendo quotidianamente le corrette linee guida ed un sano stile di vita. Anche se non ne parlo molto, fino a dieci anni fa sono sempre stato un buon sportivo, praticando gli sport più diffusi: calcio, nuoto e basket. Quando faceva clamore l'immagine di un Zito professionista anche fuori dal tavolo di gioco, con attività sportive extra-biliardistiche e metodi puritani (in riferimento al cibo ed al sesso), io non dicevo nulla, ma sapevo che quella era la strada giusta per ottenere degli ottimi risultati. Sinceramente ho sempre coltivato nel migliore dei modi il mio fisico, senza però trascendere oltremodo il concetto. Infatti le donne sono tra le mie più grandi passioni.» [Ironicamente in riferimento a sopra]

BW: Io l'ho vista giocare spesso e noto che, anche su tavoli difficili (dove altri giocatori hanno più difficoltà con le raddrizzate), lei ottiene sempre degli ottimi risultati, con una morbidezza di tiro a dir poco stupefacente. Mi piacerebbe sapere se è un caso o se utilizza una tecnica particolare e diversa dagli altri?

«Noi sudamericani sul raddrizzo abbiamo una tecnica differente dagli italiani. Questo perché storicamente quando venne importato in Argentina il gioco del biliardo sui tavoli con le buche, esaltammo di più quello dei 5 birilli. In Italia invece a quei tempi si giocava di più alla Goriziana. Chiaramente il gioco dell'Italiana sui raddrizzi richiede un maggior controllo di entrambe le biglie poiché il castello è più piccolo. E l'unico modo è quello di sviluppare uno stile basato sul trattamento di biglia. Giocando forte (3 passate ed oltre) si rischia di sbagliare meccanica di sbracciata e di pregiudicare il controllo delle biglie. Un esempio di ottima conduzione di gioco sulle raddrizzate è Daniel Lopez, argentino trapiantato in Italia da qualche anno. E come lui tutti gli altri argentini.»

BW: Ho notato che varia molto l'altezza dell'impugnatura della stecca. Ad esempio sull'angolo passante avanza di molto la presa. Qual è la regola di base con cui determina se impugnare più o meno avanti la stecca?

«Quando si vuol giocare piano si deve impugnare la stecca piuttosto avanti e giocare di polso, mentre per i tiri più energici bisogna allungare dietro con una meccanica di avambraccio.»

BW: Mi piacerebbe conoscere il suo pensiero sul mondo del biliardo: attualmente lei vede un futuro? Ci sono ancora persone che hanno un approccio simile al suo? Un giovane di talento? Quali sono i consigli per un buon approccio mentale al biliardo?

«Il futuro del biliardo sarà (secondo me) il Digitale Terrestre. Un ruolo chiave verrà svolto dalle televisioni e dalle sponsorizzazioni, con una produzione di più alto livello. Immagina che piacere poter vedere il biliardo in televisione sempre. Il nostro è uno sport che merita molto, perché è sano. Inoltre piace a tutti, a nonni e nipoti; se praticato nella giusta ottica forgia il carattere ed aiuta a crescere.
Di giocatori con un approccio simile al mio non ne vedo. Questo soprattutto perché io nasco sui tavoli con le buche. In questi biliardi senza le buche dove lo stile di gioco è più aggressivo e fortunoso i ragazzi imparano da subito a vedere solamente i birilli. Inoltre l'evoluzione della moderna società ha portato ad un differente tipo di educazione. Ai miei tempi c'era più rispetto e ci si divertiva di più. Facevamo 800-900 chilometri per giocare contro un'altra squadra e finito il torneo si andava tutti a cena insieme. Oggi noto purtroppo una certa prepotenza e questo retaggio sociale lo si intuisce anche sul panno verde.
Andrea Quarta, un mio allievo, è certamente un talento che negli anni avvenire farà la storia del biliardo. E presto verranno alla ribalta altri due miei allievi: uno è di Napoli ed ha 22, l'altro, cosentino, di 16 anni. Questi hanno le capacità per diventare dei campioni.
Il consiglio migliore che posso dare a chiunque voglia migliorare l'approccio mentale è che quando si gioca o ci si allena bisogna estraniarsi completamente dall'ambiente che ci circonda. La concentrazione aiuta a far comandare il gioco, e se questo presupposto viene meno si entra in sofferenza e si rischia di sbagliare. Quindi l'unico modo per avere una mentalità vincente è di imporre il proprio gioco rimanendo sempre concentrati sulla partita.»

BW: Come mai lei continua ad usare la tattica sul pallino da 4 punti? Sarà anche un bel vedere ma in gara non è controproducente? Mi piacerebbe iscrivermi ad un suo corso. Verrà a fare lezioni al CSB Paradiso?

«Carissimo Utente, a parte aver vinto tutto con il pallino da 4, tra il pallino da 3 e quello da 4 mi sono costruito una casa.
Quando sono arrivato in Italia, poiché come ricordato in precedenza si giocava più che altro alla Goriziana, il pallino non lo cercava nessuno perché di poco valore, se paragonato a quello attribuitogli nel gioco dei 5 birilli. In effetti, oltre al punteggio, il pallino nel gioco dell'Italiana ha un ruolo fondamentale, ancor più degli stessi birilli. Questa rilevanza è stata evidenziata nel corso degli anni quando tutti (chi più chi meno) hanno copiato la mia tattica di gioco sul pallino.
Per il corso al CSB Paradiso non posso dire nulla, perché non so ancora se verrò.»

Nestor GomezBW: In questo periodo si parla molto della reintegrazione delle buche sul tavolo di gioco. Lei che ne pensa e cosa si sa?

«Il mio giudizio, al di sopra delle parti, non può che essere favorevole. Questo per diversi motivi.
Anche se sicuramente ci sarà chi cercherà di fare di questa iniziativa un ritorno economico, fondamentalmente essendo l'Italia un paese dalle indiscusse radici storiche e culturali è giusto che torni alle sue origini. Il biliardo è nato qui sui tavoli con le buche e credo sia giusto che l'Italia torni al passato e conservi la sua tradizione biliardistica.
Personalmente preferisco il biliardo con le buche perché come ricordavo precedentemente è più tecnico e meno violento, esaltando di più le doti e le qualità tecniche a discapito soprattutto dell'aleatorietà dell'attuale gioco.
Non sono molto a conoscenza ma quello che posso dire è che stanno lavorando al progetto.»

BW: Negli ultimi anni mi sembra di trovarla un po' ingrassato. E' solo un'impressione?

«E' vero, ma da quando ho smesso di fare attività fisica, da circa 10 anni a questa parte ho messo su 6 o 7 chili di troppo, che ormai sarà improbabile che riesca a smaltire. Comunque ci proverò.»

BW: Le piacerebbe che suo figlio si appassioni al biliardo? Il fatto che il biliardo non decolli come dovrebbe credi sia dovuto principalmente alla sterilità dell'attuale immagine televisiva? Crede sia giusto accorciare i punteggi delle partite? Chi potrebbe essere un talento inespresso?

«Mio figlio ha 14 anni e già gioca al biliardo ed è molto appassionato. Anche se il mio giudizio potrebbe sembrare di parte essendo suo padre, ti confesso che è molto dotato. Sicuramente è anche avvantaggiato rispetto ad altri sotto il profilo della formazione biliardistica. Da genitore però mi sento di dire che il suo talento potrà esprimerlo solo dopo aver fatto il suo dovere primario: lo studio. Infatti quando non studia, per punizione non lo faccio giocare. Quindi prima l'istruzione poi il resto.
Sul discorso televisivo mi sono espresso già prima, mentre al riguardo dei punteggi non sono favorevole alle partite troppo corte perché risaltano di più i colpi fortunosi senza possibilità di esprimere un vero gioco.»
[Sull'ultima domanda (il talento inespresso) ha detto che ci avrebbe pensato un po' su, ma poi nel proseguo dell'intervista ci siamo dimenticati… mi scuso e gliela rivolgerò quanto prima]

BW: Preferirebbe sbirillare sempre il rosso sui giri stretti o si “accontenterebbe” di fare un massè di accosto durante la finale del campionato del Mondo? Cosa hai provato durante e dopo aver subito quel tiro memorabile?

«Sicuramente sbirillare sempre il rosso, perché eseguire quel tiro capita una sola volta nella vita. Qui torniamo al discorso di prima. Quando Cifalà ha realizzato quel colpo ho provato un sentimento monastico ed una gioia interiore: innanzitutto perché Carlo è un mio amico e poi perché a quei tempi c'era ancora il rispetto tra noi giocatori. A dimostrazione di quanto detto, appena conclusa la partita sono stato il primo ad andare verso di lui e ad alzarlo in braccio pieno di soddisfazione nei suoi confronti, anche perché aveva fatto una cosa irripetibile, che sarebbe rimasta negli annali.»

BW: In questi ultimi anni anche le donne incominciano ad appassionarsi al biliardo. Ha mai allenato qualche ragazza? Che prospettive ci sono nel circuito femminile?

«Recentemente ho seguito alcune giocatrici, ma in maniera piuttosto marginale. Sinceramente non credo che ci siano grossi stimoli nel circuito femminile. E questo dipende dal fatto che le insoddisfazioni del circuito maggiore maschile si riflettono molto nel loro ambiente. Se ci lamentiamo noi uomini pensa loro che sono una minoranza. Probabilmente un incentivo per la crescita del circuito femminile potrebbe essere quello di organizzare dei tornei a coppie miste.»

BW: Nel gioco usa dei sistemi per qualsiasi tiro oppure si affida al suo istinto? Crocefisso Maggio, che fino allo scorso anno era imbattibile, questo anno invece stenta a vincere anche una sola partita. A cosa sono dovuti gli alti e bassi sia dei professionisti che dei dilettanti?

«Prima di qualunque sistema sul biliardo non bisogna mai perdere il proprio istinto. E' per questo motivo che nell'esecuzione di un tiro prima faccio una valutazione ad occhio e poi la confermo con il conteggio. Adotto dei sistemi di calcolo esclusivamente sulle biglie di calcio, perché ritengo che nella realizzazione delle biglie frontali il conteggio sia superficiale e troppo approssimativo. La sensibilità e l'occhio sulle biglie di prima è sicuramente la tecnica più efficace a discapito di quella puramente numerica. Semmai per le biglie frontali ho dei riferimenti, ma li utilizzo poco.
Alla seconda domanda vorrei prima fare una premessa. Ritengo che Maggio faccia fatica a vincere sostanzialmente per mancanza di concentrazione o di stimoli. Ognuno nella vita passa determinati periodi negativi. Questo però non prescinde il fatto che attualmente è comunque il più forte.
Gli alti e bassi dei comuni giocatori invece dipendono essenzialmente da un motivo di fondo: attualmente il nostro è un professionismo falso. Infatti un vero professionista è colui che ha la costanza di comandare ed imporre il gioco. Sono pochi gli attuali veri professionisti, ed in questo c'è il perché dei loro alti e bassi. In maniera eclatante per i dilettanti la cosa è ancor più manifesta perché hanno una minor capacità di gestire il gioco.»

BW: Che consigli darebbe ad un giocatore che vuole migliorare la mira, cioè colpire l'avversaria nel punto stabilito?

«sicuramente la cosa migliore è curare e lavorare molto sull'impostazione. Una posizione scomposta non facilita la corretta meccanica di sbracciata.
La mia tecnica di mira si chiama teoria dell'eclisse e consiste nell'oscurare con la biglia battente la quantità di biglia avversaria. Una volta determinata il punto di mira lo seguo con la direzione della stecca. Anche quando impartisco effetto miro sempre con la stecca, mai con il centro biglia.»

BW: Cosa ti ha spinto a partecipare al progetto di un Corso per Istruttori?

«La federazione mi ha chiamato ed ho aderito perché ritengo sia un'iniziativa per promuovere il gioco del biliardo.»

BW: A cosa devi la tua sempre verde competitività?

«Il biliardo è una passione che mi tiene vivo e devo ringraziare questo sport che mi fa capire di essere sempre giovane. Tra l'altro è l'unica disciplina in cui un vecchietto come me può ancora vincere.
Il mio messaggio, consiglio ed augurio è di coltivarlo sempre.»


Qui termina l'incontro della BW Community con il Grande Maestro, Nenè Nestor Osvaldo Gomez.

 
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