Biliardo: quale futuro?
Di Andrea C. Rondini, in Frammenti - ottobre 2006

Il biliardo in Italia sta certamente attraversando un periodo di crisi profonda.

Finita l'era del Mondiale Pro di Telepiù, a cui era seguito un certo boom dell'attività biliardistica, si è di nuovo tornati in un limbo dal quale è difficile uscire fuori, nonostante la buona volontà da parte della Fibis, tesa sia all'opera di risanamento economico della Federazione stessa, sia al rientro del biliardo quale disciplina sportiva in seno al CONI, dopo alcune disavventure che l'avevano spinta fuori da esso.

Tutto questo però non può bastare a mantenere in vita il nostro amato gioco.
Manca una reale spinta propulsiva che solo l'esposizione mediatica può dare sotto forma di ritorno di immagine e di denaro (senza il quale nulla si fa).
Le sale biliardo chiudono, vuoi per una mancanza di ricambio generazionale fra i giocatori (nonostante l'impegno della stessa Federazione nell'ambito degli juniores), vuoi per una crisi economica reale che attraversa tutto il Paese e che non può non fare sentire il suo peso in una attività tutto sommato ludica quale la nostra è.
Lo stesso circuito professionistico BTP, pur godendo di notevole seguito partecipativo in seno agli appassionati che affollano le selezioni, non riesce ad essere da traino sufficiente all'intero movimento, data l'esiguità dei montepremi messi a disposizione per ogni prova, rendendo di fatto impossibile ai giocatori più forti una vera attività professionistica.
Si tratta insomma di un problema di natura economica quello che sta alla base di tutto il movimento biliardistico nazionale.

Proprio per questo è suonato strano lo studio di un progetto di ritorno al biliardo con le buche nell'ambito del gioco dei 5 birilli, che è sembrato più teso a dare al biliardo il colpo finale che non a restituirlo agli antichi splendori televisivi.
Senza contare poi che la maggior parte dei giocatori, checché se ne dica, era e resta contraria a questo ritorno al passato, sebbene qualcuno abbia sostenuto che un ritorno al biliardo con le buche significherebbe riportare il gioco all'italiana là dove era nato.
Auspicando quindi un ritorno al passato di oltre venti anni, quando l'allora presidente FIABS, Rossetti, aveva portato il gioco dei birilli sul biliardo internazionale, inseguendo le chimere di una internazionalizzazione del nostro gioco, che nei fatti è poi mancata, ma che ha permesso la sopravvivenza dei costruttori di biliardi.

Nella realtà, il progetto è apparso fumoso fin dall'inizio: e nella sua concezione, e nella sua applicazione.
Non si sapeva infatti né da chi fosse partita l'idea, né chi ci stesse lavorando sopra, né come sarebbe stato attuato il progetto una volta approvato dal Consiglio Federale della Fibis, ed è stato anche grazie al passaparola via internet tra gli appassionati se, alla fine, la nebbia che avvolgeva l'intero progetto si è diradata almeno in parte.

Di fatto, l'idea di far partire già da quest'anno la seria A con il nuovo biliardo con le buche, dopo che il C.F. della Fibis aveva dato il via libera alla fase sperimentale del progetto stesso, sembra si sia fermata davanti all'ostracismo dei CSB partecipanti, che avrebbero dovuto dotarsi del nuovo tavolo (sostenendone le spese) e che quindi il tutto sia stato congelato o, come molti si augurano, abbandonato.

In realtà, sono in pochi a credere che sia questa la strada da seguire.
Il biliardo ha bisogno di sponsor e di televisione. La presenza attuale nei palinsesti televisivi di RaiSport Satellite, pur raccogliendo risultati di ascolto lusinghieri, non può essere considerata sufficiente. Non ci nascondiamo le difficoltà insite nel trovare spazi adeguati, ma sarebbe bene che l'attuale dirigenza federale facesse tutti gli sforzi possibili in questa direzione, abbandonando idee inattuabili di cambiamenti a breve termine di dubbia utilità al movimento biliardistico.

Il futuro del biliardo non può certo passare ancora dalle tasche della base e dei CSB affiliati, che fanno ed hanno fatto già grandi sacrifici per il biliardo, spesso con scarse soddisfazioni personali.




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