Grand Prix di Aberdeen
Di Enrico Galli, in Snooker - Articoli - novembre 2006

Eccoci al secondo appuntamento con i tornei validi per la classifica mondiale della stagione 2006/2007. Lo snooker che conta torna in Scozia dopo alcuni anni, e non è questa la sola novità che caratterizza questo Grand Prix...

Paul Hunter
Paul Hunter

Ma prima di entrare nel vivo della cronaca, non possiamo esimerci dal dedicare uno spazio all'evento che ha scosso il mondo dello snooker e dello sport in generale nelle ultime settimane, ovvero la scomparsa di Paul Hunter. Il giovanissimo campione di Leeds ha perso il 9 ottobre la sua battaglia contro la malattia che lo aveva colpito nel 2005, gettando un alone di profonda commozione su quello che John Higgins (il campione in carica) definirà «un triste torneo». Molti dei partecipanti hanno assistito ai funerali subito prima di partire per Aberdeen, e l'emotività suscitata da questa tragedia ha pervaso inevitabilmente tutti i nove giorni di gara. Il torneo ha avuto inizio con un minuto di raccoglimento in sua memoria.

Avvalendoci dell'abusata formula «the show must go on», torniamo alle vicende sportive di questo Royal London Watches Grand Prix, che come accennato in precedenza ha introdotto alcune novità anche nella formula di gara: non più il classico tabellone unico a eliminazione diretta, ma una prima fase con 8 gironi all'italiana da 6 giocatori ciascuno, e partite sulla distanza dei 5 frame. I primi due classificati di ciascun girone accedono quindi alla seconda fase, nella quale si ritorna all'eliminazione diretta fino al termine della gara.
Questo nuovo meccanismo permette al pubblico di assistere a una fase eliminatoria ricchissima di partite (ciascun giocatore è impegnato per almeno 5 volte nel round robin), e ai giocatori di evitare l'insidia di un primo avversario che magari proviene dalle qualificazioni ed è «caldissimo»: una sconfitta inattesa può sempre essere rimediata in seguito.

«Non mi è mai piaciuto questo formato di gara, sin da quando l'hanno proposto.
Tanto varrebbe lanciare una monetina per sorteggiare i punti della classifica... è veramente stupido»


Graeme Dott

Graeme Dott
Ciò nonostante le sorprese non si sono fatte attendere, tanto è vero che alla fase finale si sono qualificati soltanto 6 dei primi 16 della classifica mondiale! Una delle «vittime» del girone all'italiana, il campione del mondo in carica Graeme Dott, si è espresso molto duramente nei confronti di questa formula, che a suo giudizio è da rivedere totalmente; stessa sorte per il n°1 della classifica, Stephen Hendry, il quale esce subito giocando ben al di sotto dei suoi standard. Male anche Junhui (prova deludente la sua, dopo l'exploit al Northern Ireland Trophy in agosto: forse ha patito la pressione del ruolo di favorito?) e Murphy, il quale butta via una qualificazione già in tasca: avanti 2-0 e in serie da 62 punti nel terzo frame, sbaglia la verde decisiva e subisce un'incredibile rimonta dal già eliminato Carter!

Ottimo avvio, invece, per un altro dei protagonisti più attesi, Ronnie O'Sullivan: vince tutte le sue cinque partite di girone, concedendo ben poco agli avversari... va detto che il sorteggio l'aveva aiutato un po', assegnandogli partite tutt'altro che proibitive.
Insieme a lui, si qualifica per i «last 16» il ventunenne Jamie Cope, da molti accostato proprio a O'Sullivan per la rapidità di gioco; non a caso, anche per lui è stato coniato un soprannome «esplosivo», ovvero «Shotgun» (fucile). Proprio Jamie Cope, nella sua partita di girone contro Michael Holt, regala il brivido della serie perfetta! Diventa così il quinto giocatore nella storia ad aver siglato un 147 al Grand Prix.

Ottavi di finale ricchi di outsider (ancorchè di lusso), dunque: Day, King, McCulloch, McManus,Cope, Norman, Gray... ma la giostra delle sorprese è ancora ben lungi dal volersi fermare, ed ecco l'inattesa eliminazione di Ken Doherty (n.1 della classifica provvisoria), schiantato da un Perry in gran spolvero per 5-0. Imprevista anche la vittoria di King ai danni di Stephen Lee, mentre la partita più attesa vede Higgins imporsi per 5-4 dopo essere stato in vantaggio 4-1 e aver subito la rimonta fino al 4-4 dal suo avversario, Matthew Stevens. L'inglese non riesce così a dedicare un risultato di eccellenza alla memoria del suo grande amico scomparso, ma va comunque applaudito per la tenacia con cui si è battuto: da molto tempo non lo vedevamo così competitivo.

«(Robertson) era in forma strepitosa, mi ha spazzato via. Non ha sbagliato una palla, bisogna rendere onore al merito. Avrei voluto offrirgi una partita più tirata, ma non ne ho avuto la possibilità»

Ronnie O'Sullivan

Ronnie O&39;Sullivan
La «caduta degli dei» si va a completare in maniera definitiva nei quarti di finale: l'australiano Neil Robertson dispone con un nettissimo 5-1 di Ronnie O'Sullivan, imbucando al 95% e difendendosi con successo nell'83% dei tentativi... forse Ronnie non era in gran serata, ma per sua stessa ammissione Robertson «era in forma strepitosa, mi ha spazzato via. Non ha sbagliato una palla, bisogna rendere onore al merito». L'altro favorito, Higgins, ha ceduto con eguale facilità all'inglese King, offrendo una prestazione a dir poco opaca, specialmente in fase difensiva.

Le due semifinali vedono dunque i due giovani emergenti (Cope e Robertson, in cerca della loro prima affermazione in una prova valida per la classifica mondiale) opposti rispettivamente ai più navigati King e McManus. Robertson parte in salita, col suo avversario che si porta in vantaggio per 2-0, evidentemente ispirato dal pubblico di casa. Ma il match avrà due momenti di svolta, che faranno capire decisamente da che parte tirava il vento quella sera: sul 2-1 McManus, lo scozzese si porta con grande abilità in dirittura finale, avanti di 28 con 18 rimanenti sul tavolo. Ha una blu «a spingere», ma la fallisce clamorosamente. Robertson riesce a mettere a segno due snooker, poi ripulisce e si va quindi alla nera di spareggio; su un tentativo di imbucata McManus fallisce il bersaglio, ma la nera si incammina verso la buca d'angolo opposta... balla un po' sui ganascini ma incredibilmente resta sul tavolo, a completa disposizione dell'australiano, che chiude partita. Il secondo episodio, altrettanto fortunoso, gira l'inerzia del settimo frame, e per lo scozzese non c'è più nulla da fare: il match termina con un pesante 6-2 in favore di Robertson.
L'altra semifinale parte in equilibrio, con i due che si scambiano i primi 4 frame con serie di buon livello. Ma sul 2-2 Cope sale in cattedra e comincia a macinare biglie su biglie... per circa 30 minuti il malcapitato King non riesce a imbucare una sola palla, e questi 231 punti senza risposta portano il match sul 5-2. King non si perde d'animo e tenta una reazione, lasciando a zero il suo avversario nell'ottavo frame... ma il successivo, molto equilibrato, gli sarà fatale, e Cope si qualifica così per la sua prima finale in carriera.

Neil Robertson
Neil Robertson, 24 anni,
vincitore del suo primo Major

Siamo alla finale. E' la prima volta per entrambi, e la tensione si fa sentire... parte bene Cope, aggiudicandosi il primo frame, ma Robertson risponde con un centone e si porta fino al 2-1. Nel quarto frame la svolta che forse ha deciso le sorti del match: Cope è avanti di 58 con 59 sul tavolo, ma sente il peso del colpo decisivo e sbaglia clamorosamente una facile rossa. Robertson prende in mano il tavolo e con una spettacolare ripulitura strappa il parziale per 60-59!
Cope accusa decisamente il colpo, e nel frame successivo commette ancora un paio di gravi errori: l'australiano ha gioco facile per il 4-1. Nel sesto frame sembra ripetersi l'incubo per Cope... avanti di 60 con 59 sul tavolo, sbaglia una nera dallo spot. Robertson piazza una bella difesa che Cope si gioca malissimo, concedendo lo snooker di cui l'australiano aveva bisogno... buon per Cope che anche il suo avversario accusa qualche attimo di tensione, e non riesce a chiudere. Si va sul 4-2.
Alla ripresa del gioco, Cope non c'è più. Il suo sguardo è sempre più smarrito, la sua steccata sempre più incerta. Robertson non è impeccabile, ma gioca tranquillo e rischia meno del solito: sa che l'errore del suo avversario arriverà puntuale... sull'8-2 sembra questione di pochi minuti per proclamare il vincitore, ma improvvisamente le parti si invertono: l'australiano sente la vittoria in tasca e si deconcentra, mentre Cope, che non ha più nulla da perdere, comincia a giocare da par suo. Un centone nell'undicesimo frame, un altro paio di partite strappate coi denti e si va 8-5. Robertson comincia ad essere visibilmente preoccupato... cerca di raccogliere le ultime forze, di ritrovare un po' di concentrazione. «Verso la fine il mio gomito stava tremando come una foglia...», dichiarerà dopo essersi aggiudicato il sospirato, decisivo 14° frame. Cope è comprensibilmente deluso per la prestazione al di sotto delle sue possibilità, ma può consolarsi con il miglior risultato della sua carriera e un bel premio di 54.000£ (più del doppio dell'intero ammontare dei suoi guadagni lo scorso anno), grazie anche allo straordinario 147 realizzato nel round robin.

Jamie Cope
Jamie Cope, 21 anni, finalista e autore
di una serie massima di 147 nel torneo

Il Grand Prix delle sorprese si conclude quindi con una finale un po' sottotono, giocata più sul piano dei nervi che su quello della tecnica (entrambi i contendenti sono capaci di ben altro da questo punto di vista) ma che lascia dietro di sé due certezze per il futuro: la tanto attesa consacrazione definitiva di Neil Robertson, per il quale questo torneo può rappresentare il trampolino di lancio verso traguardi di grande prestigio; e la maturazione di Jamie Cope, 21enne che spadroneggiò in campo juniores ma che aveva fino ad oggi stentato nel circuito major. In questa finale ha pagato lo scotto dell'inesperienza, e la tensione ha messo a nudo alcuni difetti di meccanica che ancora deve limare, ma la «stoffa» del campione c'è, e il tempo per dimostrarlo non gli manca di certo.

Un arrivederci ai prossimi appuntamenti: in dicembre c'è il Campionato del Regno Unito, dove si tornerà alla formula di gara tradizionale... ci sarà anche il riscatto dei grandi campioni? Lo scopriremo presto!

Visualizza il tabellone completo del torneo




Calendario della stagione 2006/2007
Data Torneo Luogo Vincitore Finalista Punt.
13 - 20 Ago Northern Ireland Trophy Belfast Ding Junhui Ronnie O'Sullivan 9-6
02-set Pot Black Cup Londra Mark Williams John Higgins 1-0
21-29 Ott Grand Prix Aberdeen Neil Robertson Jamie Cope 9-5
4-17 Dic UK Championship York
14-21 Gen Saga Insurance Masters Londra
29 Gen - 4 Feb Malta Cup Portomaso
11 Feb - 18 Mar Welsh Open TBA
25 Mar - 1 Apr China Open Beijing
21 apr - 7 mag World Snooker Championship Sheffield



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