Le Traiettorie del Biliardo - pt. 3
Di Fabio Margutti, in Stecca - Tecnica - febbraio 2007


Dalla Teoria alla Pratica

Finora abbiamo descritto il principio di base che ci permetterà di perlustrare il biliardo sotto diversi punti di vista. La base del nostro ragionamento nasce nel CentroMultiplo Virtuale della buca (o angolo), secondo la geometrica teoria degli specchi o del triangolo isoscele. Poiché però la pura geometria non ha riscontro oggettivo se non abbinata a parametri fisici, che in un certo qual modo integrino la teoria, dobbiamo cercare di introdurre degli accorgimenti.

Il primo di questi è il considerare il riferimento di partenza e quello di mira esattamente sulla linea dei diamanti. Questo passaggio determina l’innalzamento (di circa 30 cm) del CentroMultiplo Geometrico della buca, che per chiarezza definiremo Fittizio.
Tale operazione comporta una doppia agevolazione:

  1. anticipa l’impatto della biglia battente sulla sponda di mira, per cui in un certo qual modo si recupera (in parte) quello che sarebbe il successivo scivolamento fisico.
  2. permette di mirare direttamente sulla linea dei diamanti, rendendo la fase di esecuzione del tiro più agevole.

Da questa premessa passiamo alla parte pratica. Qual è il modo migliore per capire la teoria dei CentriMultipli? La risposta è semplice, e si esplica in questi semplici passaggi:

  1. si prende un metro, che sia lungo almeno 2 metri;
  2. si calcola un’altezza esattamente identica a quella che esiste tra l’asse dei diamanti della sponda di partenza e quello dei diamanti della sponda di mira. Nei biliardi consueti questa lunghezza equivale a circa 160 cm;
  3. si riporta questa altezza trovata esternamente al biliardo, in posizione esattamente perpendicolare al diamante 0 di mira (che in alcuni biliardi non è disegnato);
  4. su quel punto si posiziona in verticale una stecca, o un qualunque altro oggetto che possa fare da riferimento.

Con queste brevi operazioni abbiamo materializzato il CentroMultiplo Fittizio della buca.

Mirando da qualunque posizione del biliardo questo punto la biglia eseguirà un determinato tragitto.

Ad esempio impartendo il senza effetto scorrente la battente svilupperà tre sponde fino ad arrivare nei pressi dell’angolo. Quanto più il biliardo è battuto (come in figura) tanto più si avrà una certa corrispondenza anche in base all’apertura della diagonale del tiro, perché sostanzialmente sul biliardo battuto viene meno il fenomeno dello scivolamento. Al contrario quanto più il biliardo sarà nuovo (o con caratteristiche tali) tanto più l’apertura della diagonale di partenza determinerà il successivo scivolamento e la conseguente graduale alterazione della correlazione con il punto di arrivo in 3a sponda. Quindi in quest’ultimo caso la correlazione verrà meno rispettata.


Gli Effetti

Al fine di stabilizzare queste traiettorie per ottenere una concreta corrispondenza bisogna impartire effetto alla biglia battente. Quantificare l’effetto non è mai un’operazione facile da esplicare su carta, ma tentiamo comunque di dare dei ragguagli utili.

A questo punto è doveroso aprire una parentesi per introdurre un concetto sul quale torneremo in seguito. Per effetto s’intende quello laterale, che può essere a destra o a sinistra, buono o contro (o a sfavore). L’importante è che ognuno capisca quale sia la resa in termini di rotazioni della biglia in base alla propria sbracciata. Personalmente quindi ritengo che sia più utile e costruttivo contrapporre alla classica dicitura del punto (esatto) di effetto che può essere 1/3, 2/3, mezzo, massimo… quella di effetto zonale, riferendoci a delle aree. Introducendo il concetto di zona di effetto risulta più evidente anche come questo diventi relativo da biliardo a biliardo.

Se per esempio spiegassi che il tiro/sistema necessita di mezzo effetto, potrebbe accadere che sul vostro biliardo viene richiesto più o meno del preciso punto di mezzo effetto, quindi è più costruttivo indicare la zona di effetto, che per definizione permette già delle leggerissime variazioni. Su questo aspetto avremmo modo di tornarci nella prossima lezione.

Senza guardare alcun diamante e quindi senza applicare nessuna numerazione provate a mirare il CentroMultiplo (indicato con l’oggetto di riferimento) e vedrete che con determinati effetti otterrete dei particolari arrivi sulla 3a sponda. La correlazione tra effetto ed arrivo è maggiore quando alla biglia s’impartisce l’effetto zonale B4, che corrisponde grosso modo all’area intorno ai 2/3 (due terzi) d’effetto. Con delle prove, sarete voi a quantificare sul vostro biliardo a quanto può corrispondere precisamente in termini di porzione di effetto questo tipo di taglio, l’importante è che il colpo venga sviluppato appena sopra la pancia della biglia, ma non in testa. Fate attenzione a non dare troppa rotazione in testa soprattutto nelle partenze alte, con la biglia sotto sponda, operazione che comprometterebbe la correlazione per l’eccessivo conseguente scivolamento dopo la prima sponda.

L’effetto B4 corrisponde a quel taglio che mi permette di arrivare esattamente sulla 3a sponda in proiezione del 1° diamante sul panno. Questo punto è definibile come arrivo 10p (dove l’indice p sta per panno) e serve per distinguerlo da altre tipologie di arrivo.

Espletiamo quindi la prima legge di correlazione: da qualunque parte del biliardo si miri il CentroMultiplo (Fittizio) dell’angolo si otterrà sempre l’arrivo 10p in 3a sponda, impartendo sempre un effetto equivalente a circa il 2/3 (zona B4).

Cerchiamo a questo punto di dare una spiegazione del fenomeno della correlazione.

Mirando senza effetto il Centro Multiplo si avrebbe, a causa del diverso scivolamento delle diagonali più o meno aperte, una tangibile alterazione della correlazione degli arrivi in angolo. Utilizzando gli effetti laterali viene coperto e bilanciato il fenomeno dello scivolamento in maniera da avere una migliore correlazione degli arrivi. Poiché la sponda reagisce differentemente allo stesso tipo di effetto in base all’angolazione della traiettoria d’incidenza, potremmo dire che l’effetto viene sviluppato di più nelle diagonali frontali che in quelle aperte, viceversa dallo scivolamento che si accentua maggiormente nelle diagonali più aperte (attenuando l’effetto).

In definitiva il CentroMultiplo dell’angolo con l’effetto B4 sposta l’arrivo in 3a sponda dallo speculare geometrico verso il 10p, mantenendo adeguata la correlazione da qualunque punto di partenza, indipendentemente dall’apertura di tale diagonale. In altre parole, attraverso l’uso degli effetti stiamo abbracciando la geometria e la fisica del biliardo.


Nelle prossime lezioni

Nelle prossime lezioni introdurremo gli altri effetti e gli altri Centri Multipli, con tutte le loro potenzialità e le correlazioni con i vari punti di arrivo. Sarà un viaggio davvero entusiasmante quindi mi auguro che non manchiate all’appuntamento!




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