«Il momentaccio»
Di Francesco Tomati, in Frammenti - febbraio 2007
Ronnie O'Sullivan
Ronnie O'Sullivan è a pezzi: non trova il
suo ritmo di gioco, e decide di ritirarsi
(Campionato del Regno Unito 2006)

«Tale e quale a un incubo… ed è sempre peggio…» diceva Keith McCready, alias Grady Season, nel Colore dei Soldi, vedendo il giovane Tom Cruise frustrato per i tanti errori commessi (apposta… ndr).

Tra la moltitudine di citazioni biliardistiche, questa sembra cucita addosso all’argomento di questa prima indagine di Biliardoweb Magazine su alcuni dei temi maggiormente cari a chi, principiante o professionista, ha la passione del biliardo e la voglia di migliorare sempre di più.

Il ciclo di approfondimenti, tra il tecnico e lo psicologico, che il nostro giornale ha deciso di offrire come spunto «didattico» ai suoi lettori, inizia, come forse è giusto che sia, da uno dei momenti più critici del percorso agonistico del giocatore, che abbiamo definito, per semplicità, il «momentaccio».

Ad ognuno di noi, indipendentemente dalla specialità praticata e dal bagaglio tecnico in proprio possesso, capita ogni tanto il classico «periodo no». Quando meno te lo aspetti, quando gli sforzi compiuti in lunghe ore di allenamento sembrano aver dato i loro frutti, si insinua, infido e apparentemente immotivato, il calo di forma improvviso. Durante questo lasso di tempo tutto appare molto più difficile del solito, tiri che di solito vengono eseguiti come «ordinaria amministrazione» diventano montagne da scalare, la scioltezza della steccata è un pallido ricordo, i risultati vengono meno e il divertimento, che è il «sale» del gioco, si trasforma in frustrazione.

Durante il «momentaccio» si corre, a seconda dell’esperienza e della pazienza, il rischio di snaturare il proprio gioco, è comprensibile pensare di trovare espedienti di «guarigione» in tecniche diverse dalle abituali, ed è risaputo che cadere in questa tentazione fa più male che bene. Un pericolo ancora maggiore, soprattutto per chi non ha ancora l’esperienza del professionista, è quello di innervosirsi con se stessi a causa del non raggiungimento delle proprie aspettative, ottenendo come unico risultato quello di far durare il periodo negativo più del dovuto.

Abbiamo chiesto, pensando di fare ai nostri lettori cosa gradita, ad alcuni dei nomi più prestigiosi del panorama biliardistico nazionale, di tutte e tre le specialità da noi trattate, come affrontano questo problema.

E’ risaputo che la divisione in due federazioni non è una buona notizia per il pool nostrano, ma in questo caso, egoisticamente, Biliardoweb Magazine ha pensato di sfruttare il classico «bicchiere mezzo pieno», interpellando i due Campioni Italiani 2006, Fabio Petroni per l’IPF e Bruno Muratore per la Federbiliardo.

Per la carambola non potevamo che riportare l'opinione di un grande come Marco Zanetti mentre per i birilli abbiamo chiesto il parere di due giovani professionisti: Paolo Marcolin e Riky Nuovo.

Bruno MuratoreBruno Muratore

BW: Capita (o è capitato) anche a te, come ai comuni mortali, di avere quei momenti in cui tutto va storto e non riesci a trovare la chiave per giocare ai tuoi livelli abituali, insomma il tipico momentaccio?

«Certo che si. È un problema comune a tutti quanti, indipendentemente dal livello tecnico.»

BW: Secondo te da che cosa è dovuto e cosa fai per tornare al più presto alla normalità?

«Io sono convinto che sia un problema ciclico e ripetitivo, dovuto in gran parte ai bioritmi. Poi ci sono anche vari fattori psicologici e fisici che influiscono sulla frequenza e l’entità del problema, che certamente si presenta maggiormente in chi, ad esempio, in un dato momento ha preoccupazioni esterne al biliardo o vive un periodo di stanchezza particolare. In molti anni di attività ho sviluppato una mia statistica personale: su 40 giorni di gioco, all’incirca 5 o 6 sono quelli in cui tutto riesce alla perfezione e senza sforzo, e 6 o 7 sono le giornate no, in cui tutto è difficile. Innanzitutto la consapevolezza che il «momentaccio» è un fatto per lo più biologico mi aiuta a saperlo affrontare con la giusta pazienza, facendo appello un po’ più del solito alle mie conoscenze tecniche e, nel mio caso, rallentando un po’ il ritmo del mio gioco senza dare nulla per scontato. Il periodo no, a volte, influisce anche sulle mie scelte di tiro. Se mi rendo conto che la mia forma non è delle migliori sono molto più attento alla percentuale di realizzazione di un certo tiro, scegliendo sempre la soluzione all’apparenza più semplice. A parità di percentuale vado in attacco, ma se la difesa (ben eseguita) è in quel momento l’opzione meno pericolosa, non esito a rinunciare ad opzioni offensive che in altri periodi non avrei dubbi ad esercitare.»

BW: Qual è il consiglio che dai ai nostri lettori per affrontare questo tipo di inconvenienti?

«Innanzitutto, specie per chi non pratica il biliardo come professione, il mio consiglio è di non mollare! Può capitare, per la frustrazione del momento storto, che venga meno la fiducia e di conseguenza la voglia di giocare. La soluzione migliore in questi casi, a mio parere, è saper dosare bene i propri allenamenti, concedendosi magari qualche svago in più per rilassarsi (e qualche serata in più con mogli e fidanzate, che non fa mai male…), ma continuare a giocare attendendo che passi, senza pretendere troppo da sé stessi.»

Riccardo NuovoRiccardo Nuovo

BW: Capita (o è capitato) anche a te, come ai comuni mortali, di avere quei momenti in cui tutto va storto e non riesci a trovare la chiave per giocare ai tuoi livelli abituali, insomma il tipico momentaccio?

«Si, mi è capitato spesso.»

BW: Secondo te da che cosa è dovuto e cosa fai per tornare al più presto alla normalità?

«Principalmente è una questione psicologica. Il mio modo di giocare a biliardo rappresenta molto come sono io nella vita, e anche in generale, per tutti, penso sia così. Quando hai dei problemi o non ci stai con la testa per motivi distanti anni luce dal biliardo, difficilmente puoi ottenere buone prestazioni. Per giocare bene a biliardo è fondamentale avere un buon equilibrio psico-fisico altrimenti non c’è niente da fare e giochi male.
Per far passare questi momenti non faccio nulla di particolare… aspetto! So che prima o dopo passerà, appena avrò sistemato quelle due o tre cose che non vanno.»

BW: Qual è il consiglio che dai ai nostri lettori per affrontare questo tipo di inconvenienti?

«Di subire…. Fino a quando passa. Guai a smettere di giocare, in quei momenti, altrimenti è peggio. Se già siamo "out" con la testa non possiamo certo permetterci di calare anche nell’allenamento. Ci vuole pazienza e tanta determinazione.»

Marco Zanetti

Marco Zanetti

BW: Capita (o è capitato) anche a te, come ai comuni mortali, di avere quei momenti in cui tutto va storto e non riesci a trovare la chiave per giocare ai tuoi livelli abituali, insomma il tipico momentaccio?

«Beh, certo, capita a tutti che le cose ogni tanto vadano anche storte.»

BW: Secondo te da che cosa è dovuto e cosa fai per tornare al più presto alla normalità?

«L'unica cosa che puó servire in questi momenti difficili é di non mollare e di cercare di riprendere il coltello dalla parte del manico, quindi tanto cuore insieme all'esperienza.
Quantomeno cercare di mettere in difficoltà l'avversario cercando un gioco oculato. Per poi magari riprendere a pungere e a restare sul biliardo.»

BW: Qual è il consiglio che dai ai nostri lettori per affrontare questo tipo di inconvenienti?

«Concentrarsi senza farsi troppo prendere da emozioni - e per questo smettere di pensare. O pensare solo quando veramente ce ne è bisogno.»

Fabio PetroniFabio Petroni

BW: Capita (o è capitato) anche a te, come ai comuni mortali, di avere quei momenti in cui tutto va storto e non riesci a trovare la chiave per giocare ai tuoi livelli abituali, insomma il tipico momentaccio?

«Si, come a tutti.»

BW: Secondo te da che cosa è dovuto e cosa fai per tornare al più presto alla normalità?

Credo che le ragioni di questi problemi siano per lo più di natura psicologica, e dipendano da una moltitudine di situazioni, personali e non, che in un dato periodo minano la tua fiducia. È evidente che se la tua vita non sta andando bene anche il biliardo, come qualsiasi altra occupazione, ne risentirà. Paradossalmente il «momentaccio», come cause puramente agonistiche, può essere dovuto ad un periodo particolarmente scarso di successi, ed in questo caso la fiducia in te stesso viene a mancare, oppure si può presentare se, dopo molte vittorie e molte soddisfazioni, arrivi a dare per scontate cose nelle quali, per vincere e giocare bene, ci si deve comunque sempre impegnare con umiltà. In questo caso è facile perdere gli stimoli. Per ovviare a questo problema è utile porsi un obiettivo e cercare di perseguirlo con la massima professionalità e il massimo impegno, senza trascurare certi punti fermi che, nell’euforia come nello scoramento, magari sono stati trascurati.
L’umiltà, specie per chi ha mire agonistiche importanti, è la chiave di tutto. I grandi campioni di tutti gli sport, ad esempio Roger Federer, sono tali perché affrontano ogni partita come fosse una finale, senza dare nulla per scontato.

BW: Qual è il consiglio che dai ai nostri lettori per affrontare questo tipo di inconvenienti?

«Il mio consiglio è quello di saper accettare di buon grado i momenti no. Se queste situazioni capitano a chi, come me, gioca a biliardo di mestiere e vi si dedica con la massima attenzione in tutti i particolari, non è pensabile che chi pratica questo sport come svago, o come hobby, non abbia periodi negativi. Spesso, anche nei cosiddetti amatori, mi capita di notare una certa mancanza di umiltà, che crea frustrazione nel momento di non realizzazione delle proprie aspettative. È normale passare i «momentacci», solo affrontando la propria disciplina con puntualità ed estremo impegno il livello di gioco diventerà più costante e si diraderanno i periodi del tutto insoddisfacenti.»

Paolo MarcolinPaolo Marcolin

BW: Capita (o è capitato) anche a te, come ai comuni mortali, di avere quei momenti in cui tutto va storto e non riesci a trovare la chiave per giocare ai tuoi livelli abituali, insomma il tipico momentaccio?

«Sì, ovviamente, capita a tutti.»

BW: Secondo te da che cosa è dovuto e cosa fai per tornare al più presto alla normalità?

«Secondo me è il "momentaccio" è dovuto principalmente ad una questione di equilibri interni. Non siamo macchine ed è naturale che se il nostro organismo, soprattutto il nostro cervello (per chi ce l’ha), non è a posto, questo ci crei delle problematiche che poi si rispecchiano nel nostro modo di giocare. Ci sono dei momenti in cui non riesci a giocare ai tuoi livelli e purtroppo non gli puoi dare uno "spazio temporale", non puoi sapere se durerà un giorno, una settimana, un mese… a chi non è mai capitato di giocare male in un giorno specifico e di giocare ai massimi livelli il giorno successivo? Siamo esseri fragili a volte basta poco per essere dei "fenomeni" e lo stesso per cadere nel baratro.»

BW: Qual è il consiglio che dai ai nostri lettori per affrontare questo tipo di inconvenienti?

«Fondamentalmente consiglio di… non fare niente di particolare, bisogna aspettare che passi. Molte volte, quando ho questo tipo di problema apro un biliardo e sbraccio da solo per un oretta, cerco di capire cosa non va. Non penso che questo mi dia le soluzioni al problema però tengo occupata la mente e faccio comunque un discreto allenamento che mi permette di mantenere il livello del braccio.»




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