Alla scoperta del
«Pianeta Snooker»
(Prima parte)
Di Enrico Galli, in Snooker - Articoli - luglio 2007

In questi ultimi anni, grazie soprattutto alla massiccia programmazione di Eurosport (che offre agli abbonati la diretta di tutti i tornei più importanti della stagione), sta dilagando una vera e propria snooker-mania anche nel nostro paese. Anche i non appassionati di biliardo non possono che restare affascinati dall'atmosfera unica che si respira nelle arene dei grandi tornei, dall'enorme tavolo verde, dagli arbitri in guanti bianchi… e ovviamente dalle prodezze dei maestri della stecca che si destreggiano con incredibile abilità tra le bilie.

Gioco affascinante dicevamo, reso tale anche dall'apprezzatissima telecronaca di Maurizio Cavalli: discreta, competente, sempre coinvolgente. Ma anche un gioco non particolarmente intuitivo per il neofita, che si trova di fronte a una serie di situazioni non facili da interpretare se messe a confronto con gli altri giochi più seguiti (birilli, pool).
Con questa serie di articoli cercheremo di mettere a fuoco alcuni dei «segreti» fondamentali di questa specialità, cercando da una parte di incuriosire i più distratti, dall'altra di rendere più ampia e completa la comprensione del gioco a coloro che vi si stanno avvicinando da poco, e incontrano alcune difficoltà a farne propri i meccanismi.


Materiali di gioco

Tavolo e bilie
Il piano di gioco è di circa 3.60x1.80m (le misure regolamentari sono cambiate diverse volte negli anni, attualmente sono qualche centimetro in meno), e si gioca con bilie di 52mm di diametro. Come si vede in figura, il layout iniziale prevede 15 bilie rosse poste a triangolo, del valore di 1 punto ciascuna, e 6 bilie colorate: la gialla (2 punti), la verde (3 punti), la marrone (4 punti), la blu (5 punti), la rosa (6 punti) e la nera (7 punti), oltre alla bianca (la bilia battente).

Tavolo Snooker

Stecca e supporti
I giocatori di snooker sono stati gli ultimi in ordine di tempo ad abbandonare la stecca in un pezzo unico: fino agli anni '70 le stecche smontabili non sono apparse sulla scena, e la transizione si è completata soltanto pochi anni fa.
La stecca da snooker è tipicamente in frassino (dalle tipiche e ben visibili venature), con ghiera in ottone e cuoietto di diametro assai ridotto (10mm o anche meno) e a volte «debordante», accorgimento adottato da alcuni giocatori per migliorare il grip a stecca bassa sulle bilie sotto sponda.

rest
A) il «rest» - B) lo «spider»
C) il «collo di cigno» - D) l'«extended spider»

Viste le ragguardevoli dimensioni del tavolo, la prolunga da avvitare sul calcio della stecca cui sono ormai abituati anche i nostri giocatori spesso è insufficiente a raggiungere comodamente la bilia. I giocatori di snooker imparano quindi a utilizzare con grande maestria vari tipi di ponticelli meccanici, che andiamo ora a illustrare:
- Il «rest»: è l'attrezzo utilizzato con più frequenza (a volte in combinazione con una prolunga: si parla in questo caso di «long rest»). Quasi sempre si presenta con una testa a forma di croce, quindi diversa rispetto al sagomato in plastica che siamo soliti vedere nelle nostre sale. E' utilizzato per tutti i tiri lontani da raggiungere, ma senza particolari impedimenti di altre bilie.
- Lo «spider»: di sagoma più elaborata e soprattutto rialzata, si rende necessario quando la bianca va attaccata dall'alto verso il basso per l'interferenza di una o più bilie davanti ad essa. Per situazioni particolarmente critiche, in cui è necessario sorvolare un gran numero di bilie, si può ricorrere all'«extended spider» (vedi figura).
- Il «collo di cigno»: una sorta di via di mezzo tra lo spider e l'extended spider, con una sola fessura per l'appoggio della stecca; in rari casi lo si vede usato in combinazione con un secondo attrezzo (di solito il rest) per simulare le funzioni dell'extended spider.

Il tiro di apertura


Alcuni esempi di tiro di apertura

Contrariamente a quanto succede in buona parte delle specialità del pool, dove il giocatore chiamato a eseguire il primo tiro cerca di «spaccare» il triangolo delle bilie molto violentemente allo scopo di imbucarne il più possibile, nello snooker il tiro di apertura è sempre un tiro di difesa (a onor del vero Quentin Hann, giocatore australiano ora fuori dal circuito, di tanto in tanto tentava la spaccata anche a snooker, ma era un caso isolato). Il giocatore di turno può spostare la bilia bianca in qualsiasi punto della «D», l'area semicircolare ai cui vertici vengono posizionate la gialla e la verde; da qui dovrà eseguire un tiro sulle rosse, cercando di «aprire» il meno possibile il gioco e riportando la bianca vicino alla sponda corta di partenza, meglio ancora se in copertura tramite i colori del baulk (la zona delimitata dalla linea tracciata parallelamente alla sponda corta di partenza). Come si può vedere dai video in sequenza qui a lato, non sempre l'operazione riesce al meglio...
Nel tiro di apertura così come nelle schermaglie difensive che in genere lo seguono, la principale tattica di difesa è quella della distanza: le enormi dimensioni del tavolo (e quelle invece assai ristrette delle buche) rendono molto rischioso un tentativo di imbucata a distanza che non garantisca una copertura in caso di errore. Ecco perchè raramente si vedono imbucate a tutto biliardo, e quando ciò accade in genere il giocatore tenta comunque di riportare la bianca nel baulk, per non lasciare campo aperto all'avversario: è quello che gli inglesi chiamano «shot to nothing»

Svolgimento della partita

Lo scopo del gioco è imbucare in alternanza una bilia rossa, poi una colorata (il colore è a scelta del giocatore e va dichiarato, mentre la buca non deve essere dichiarata), poi di nuovo una rossa e così via. Le bilie rosse imbucate restano fuori dal gioco, mentre le colorate vengono rimesse sul loro «spot» dall'arbitro ogni volta che cadono in buca. Quando le bilie rosse terminano, il giocatore inizia la serie finale sui colori (che non vengono più riposizionati), partendo da quello di minor valore (la gialla) e procedendo in sequenza fino alla nera finale.

Quando finisce un frame ?

Una delle cose che spiazzano il neofita, abituato a giochi in cui l'obiettivo da raggiungere è molto chiaro (imbucare la palla n°8, o raggiungere un certo limite di punteggio), è l'individuazione della fine di un frame di snooker. Di fatto, non esiste un punteggio raggiunto il quale la partita viene automaticamente dichiarata conclusa, ma allo stesso tempo non è necessario che tutte le bilie vengano imbucate perché ciò accada.
In linea teorica, finché restano sul tavolo almeno 2 bilie, il giocatore in svantaggio potrebbe operare delle difese tali da indurre in penalità il suo avversario un numero indefinito di volte, e recuperare così i punti che li separano. In pratica, quando uno dei giocatori per rimontare necessita di un numero eccessivo di snooker (la difesa che fa incorrere l'avversario in penalità, e che dà il nome al gioco), l'arbitro decide a sua discrezione di interrompere il frame, oppure è il giocatore stesso a «concedere». Tuttavia, l'arbitro non interromperà mai il giocatore durante una serie, anche se il punteggio accumulato gli assicura la vittoria: la cosiddetta «ripulitura del tavolo» fa parte dello spettacolo, ed è un elemento psicologico importante (fa guadagnare fiducia al giocatore in serie, e tiene «freddo» il braccio dell'avversario che resta seduto).

Qual è il punteggio massimo ottenibile da un giocatore in un frame?


Lo spettacolare 147 di O'Sullivan in 5:20, anno 1997

Se escludiamo i punti provenienti da falli dell'avversario, la «serie massima» per eccellenza nello snooker è di 147 punti. Essa prevede l'alternanza di 15 rosse e 15 nere (la colorata di maggior valore in campo), e la serie finale sui colori. E' un'impresa che riesce pochissime volte in un anno, e nei tornei importanti viene messo in palio un premio speciale per chi la dovesse ottenere. Al mondiale di Sheffield (il torneo più importante dell'anno, che chiude la stagione), il giocatore che realizza un 147 porta a casa un assegno di ben 147.000 sterline (circa 215.000 euro)! Vi proponiamo qui a lato il video del 147 più spettacolare mai realizzato, in soli 5 minuti e 20 secondi, dal grande Ronnie O'Sullivan.
In realtà, qualora si verificasse una particolare situazione in campo (una free ball con le bilie ancora tutte sul tavolo), il giocatore avrebbe la possibilità di realizzare una serie «supermassima» di 155. Questa eventualità (che studieremo meglio il mese prossimo, quando parleremo della free ball) non si è mai verificata in torneo, anche se molti testimoni affermano di aver visto una serie da 155 realizzata da Jamie Cope in allenamento. La serie «supermassima» più alta omologata ufficialmente è un 148 siglato da Jamie Burnett.

Chiudiamo qui questa prima parte del nostro «viaggio» alla ricerca dei segreti dello snooker. Nelle prossime puntate, con l'aiuto di alcuni filmati esplicativi, andremo più a fondo nei meandri del regolamento e vedremo quali sono le opzioni del giocatore quando l'avversario commette un fallo, in cosa consiste la regola della free ball e tante altre curiosità che possono aiutarvi a godere appieno dello spettacolo offerto da una partita di snooker. Invito chi volesse fare qualche domanda specifica a contattarci tramite l'apposito modulo. Buon snooker a tutti!




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