F.I.Bi.S. : un lungo lavoro di rinnovamento
Di Paola Luzzi, in Stecca - Interviste - luglio 2007

In vista della nuova stagione agonistica, la redazione di BiliardoWeb, è andata a trovare il Responsabile Nazionale della Sezione Stecca della F.I.Bi.S, Claudio Bono che ci ha gentilmente rilasciato questa intervista. Claudio Bono nasce il 1 Ottobre del 1958 a Brescia, città dove attualmente risiede e svolge la sua attività lavorativa di rappresentanza per un’azienda del posto.
Claudio qualche anno fa ha deciso di dedicarsi anima e corpo al biliardo, non tanto a quello giocato, ma mettendo tutte le sue energie, la sua esperienza, e la sua volontà in quell’attività che sta alla base di tutto: l’organizzazione.
Da diversi anni ricopre la carica di Responsabile Sezione Stecca e ci racconta, in questa intervista, i progetti, le aspettative, e le speranze della Federazione.


BW: Quanti tesserati raccoglie la Federazione in Italia nelle diverse specialità?

«La Federazione raccoglie circa 20.000 giocatori suddivisi nelle varie specialità: stecca, carambola, pool e boccette; oltre a queste vanno conteggiate le tessere di 4° categoria ossia quelle riservate agli amatori, che non fanno gare e che rappresentano un numero abbastanza considerevole. Per quanto riguarda la sezione “stecca” il numero è costante ogni anno, mentre per le “boccette” e il “pool” i dati degli ultimi anni sono stati abbastanza discontinui anche se, per l’anno prossimo, prevediamo un incremento della sezione “boccette”, con il recupero di numerosi tesserati di alcune zone d’italia e anche della sezione “pool” grazie all’accordo che stiamo raggiungendo in questo periodo con l’IPF. La regione con il numero più alto di tesserati è la Lombardia.
E’ stato deliberato dal Consiglio Federale che dall’anno prossimo, le numeriche dei tesserati, verranno pubblicate sulla rivista della Federazione “Biliardo Più” mese per mese, divise per sezioni e territorialità.»

BW: Si è tenuto pochi giorni fa il Consiglio Nazionale. Quali sono i progetti della Federazione per l'imminente futuro e quelli a lunga scadenza?

«Andrea Mancino, da qualche anno nuovo Presidente Federale, ha intrapreso il suo mandato portando all’interno del Consiglio Federazione una serie di progetti che mi trovano in assoluto accordo, in primis il corso di formazione dei dirigenti regionali e provinciali, che si è tenuto a Formia i primi giorni di quest’anno, con lo scopo di fornire ai dirigenti stessi tutte le informazioni utili e necessarie per operare con i C.S.B. locali al fine di realizzare le famose Società Sportive sulle quali contiamo molto per l’avvicinamento al Coni. Oltre ad esporre e chiarire il programma sportivo della Federazione, il corso di formazione è servito soprattutto a spiegare ai collaboratori territoriali l’importanza della crescita e della struttura delle Società Sportive, dei benefici fiscali che le leggi sullo sport prevedono per queste società, ed è stato dato, inoltre, un grosso apporto tecnico amministrativo grazie anche alla presenza di Andrea Mancino che, essendo dottore commercialista, ha informato tutti i partecipanti sulla parte fiscale-amministrativa delle società sportive; di rilevante importanza anche la presenza di un membro della giunta del Coni che ha spiegato a tutti i partecipanti l’importanza di avere una Federazione unita e che lavori in parallelo e secondo le direttive del Coni stesso.


Modena: Bono premia Giovanni Triunfo

Altro punto sul quale si è discusso molto a Formia ma che fa anche parte dei nuovi progetti della Federazione, che per me è fondamentale e che non è ancora stato ben recepito dalle nostre società sportive, è la promozione del biliardo: è un aspetto determinante per lo sviluppo del nostro sport che si rende necessario per garantire, al prossimo ricambio generazionale un futuro al nostro sport mantenendo e cercando di incrementare le numeriche dei giocatori e degli appassionati.

Per rendere tutto questo istituzionale, secondo il nostro avviso, c’è un passaggio fondamentale: quello di avere degli Istruttori Federali con regolare patentino emesso dalla Federazione e qui prendiamo in considerazione il discorso del Corso Istruttori tenutosi l’anno scorso a Saint Vincent in collaborazione con Pietro Croci, consigliere federale, che vedrà, più avanti, uno sviluppo di tale iniziativa anche in altre località italiane (centro-sud) proprio per incrementare il numero degli abilitati all’insegnamento; naturalmente un’iniziativa di questo tipo ha visto Saint Vincent come sede ideale per poter contenere al massimo i costi del corso stesso e inoltre presentava disponibilità degli spazi e degli istruttori stessi intervenuti al Palais in occasione dei Campionati Italiani di Biliardo, ma ci sono situazioni che si prestano, e sulle quali stiamo lavorando, al centro-sud come ad esempio il Centro di preparazione Olimpica del Coni dell’Acqua Acetosa o Formia stessa. Naturalmente servono location strategiche che permettano un facile raggruppamento di istruttori e allievi e questo non solo per la sezione “stecca” visto che, a partire dall’anno prossimo saranno previsti corsi istruttori anche nelle altre discipline.

Sempre per quanto riguarda la promozione del biliardo, in occasione dei prossimi Giochi della Gioventù, abbiamo in ballo la firma di un protocollo di intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione, peraltro promosso dal Coni stesso, che comprende l’introduzione del biliardo nelle scuole, altro progetto promosso da Mancino e sostenuto dall’intero Consiglio Federale.

E’ naturale che dobbiamo offrire ad un’istituzione pubblica quale il Ministero della Pubblica Istruzione una serie di persone che siano in grado di poter entrare nelle scuole come “Istruttori Federali qualificati”, come succede per tutti gli altri sport e da qui l’importanza del corso istruttori.

Due parole le voglio spendere anche per il primo Campus Giovanile, altro progetto promosso dalla Federazione che si terrà nei prossimi giorni a Formia, in una struttura dove si sono allenati i più importanti rappresentati dell’atletica leggera italiana (sul sito FIBiS tutte le informazioni). Un progetto importante, sperimentale, che ci metterà un po’ di tempo per essere “digerito” ma sul quale contiamo molto, che ha uno scopo molteplice: essere un momento di aggregazione giovanile dove i ragazzi possono fare dell’attività psico-fisica coadiuvati da validi istruttori e insegnanti abbinandola all’insegnamento del biliardo.

E per ultimo, ma non certo per importanza, vorrei sottolineare un’altra importante iniziativa della C.F.U.G. (commissione federale ufficiali di gara) con in testa il presidente Raffaele Di Gennaro in collaborazione con i responsabili delle varie sezioni: il corso per arbitri e direttori di gara. La parte relativa agli arbitri è stata curata lo scorso anno, sempre in questo periodo in occasione dei Campionati Italiani 2006 a Saint Vincent, e quest’anno, sempre nella stessa sede, si terrà il corso di formazione per direttori di gara; devo dire che entrambi i corsi ci hanno dato molta soddisfazione in termine di numeriche di iscritti e dii apprezzamenti espressi dagli stessi sulla qualità dei corsi»

BW: IPF e FIBiS, accordo raggiunto?

«L’unione FIBiS e IPF è una cosa sulla quale lavoriamo da molto tempo. Le divisioni che ci sono state in passato e che io ho vissuto in prima persona, non hanno mai portato a niente di positivo, molti pensano che più concorrenza c’è e meglio è perché tutti sono spronati a far meglio; io e Andrea Mancino non siamo di questo avviso, anzi: le divisioni hanno sempre e solo portato a dei frazionamenti inutili che, a loro volta, hanno lasciato lungo il percorso di mesi e anni dei “cadaveri” in termine di numeriche di tesserati. Un esempio tra tanti il Veneto che ha sempre contato un numero interessantissimo di giocatori e che in questo momento ha un attività limitata a numeriche ridotte, indipendentemente dalle Associazioni che seguono l’attività nella zona, e questo è avvenuto in altre regioni italiane.

Ci sono stati, recentemente dei contatti tra la Federazione e l’IPF attraverso il direttore sportivo dell’IPF stessa, il Sig. Vanja Jogan culminati con la partecipazione agli ultimi due Consigli Federali di Gardin (Presidente della IPF, ndr) e Jogan stesso, nei quali si è discusso in termini di comunione di intenti sportivi e di riunificazione dell’attività sportiva nazionale del pool senza nessuna promessa economica da entrambe le parti. Ci sono quindi i presupposti per pensare, a breve termine, ad un nuovo programma comune per la gestione e lo sviluppo del pool in Italia.»

BW: Da qualche tempo sta emergendo in Italia una nuova disciplina sportiva: lo snooker. Cosa ne pensa la federazione? C’è qualche iniziativa in questa direzione?

La Federazione segue con attenzione questa nuova disciplina che si sta lentamente sviluppando in Italia grazie anche alle molteplici ore di snooker offerte da Eurosport.
Purtroppo, al momento, in Italia esistono pochissimi tavoli dove praticare questo affascinante sport e gli appassionati sono tutt’ora un numero esiguo; con alcuni di loro ho avviato personalmente dei contatti tramite alcuni siti internet che seguono questa disciplina. Le condizioni attuali non ci permettono quindi di pensare all’organizzazione di manifestazioni di questo tipo ma ci auguriamo, viste anche le richieste di alcuni di aumentare sul territorio il numero di biliardi da snooker, vista la continua crescita mediatica di questo sport, e visto il crescente interesse per questa nuova disciplina, che in un prossimo futuro ci sia la possibilità di organizzare una sezione apposita con un’attività di rilievo sul territorio.

BW: Si vocifera molto sul biliardo con le buche, come stanno davvero le cose? Cambieranno i biliardi in Italia nei prossimi anni?

«Alcuni anni fa, ancora durante il mandato di presidenza dell'avvocato Emanuele Principi, era stata avanzata da parte di un gruppo di giocatori e di alcuni dirigenti l’idea di un nuovo biliardo ed è stata istituita una commissione atta a seguire questo progetto. Successivamente è stato realizzato un prototipo, è stato testato ed è stato presentato al Consiglio Federale un resoconto finale.


Andrea Mancino e Claudio Bono "impegnati" sul biliardo

Durante il Consiglio Federale, nella delibera ufficiale, il presidente Andrea Mancino ha fatto un intervento molto chiaro in cui viene specificato che il “nuovo biliardo” verrà preso in considerazione solo per una nuova specialità che niente ha a che fare con l’attuale disciplina dei 5 birilli; tanto è vero che, sempre nella stessa delibera, viene specificato che tutte le competizioni a livello nazionale e internazionale continueranno ad essere giocati sul biliardo internazionale; quindi non è prevista nessuna sostituzione.

Tutto questo alla luce del fatto che ci siamo resi conto che in passato è stato commesso un grave errore: nel passaggio dal vecchio biliardo al biliardo internazionale non si è tenuto conto di quella grande numerica di tesserati, sia per la stecca che per le boccette, che ha continuato a giocare sui vecchi biliardi. In alcune zone come la Liguria, Lazio e Sicilia ad esempio, esistono ancora molti di questi biliardi dove i giocatori non hanno possibilità di competizione istituzionale. Anche per il pool ad esempio, cito un campionato a squadre che si svolge tutt’ora nel Lazio che si gioca ancora sui biliardi vecchi con le buche che comprende un numero molto interessante di giocatori.

Il “nuovo biliardo” sarà molto diverso dal vecchio biliardo con le buche; ricordo, per chi volesse vederlo, che a Saint Vincent, in occasione delle Finali dei Campionati Italiani, sarà in esposizione il primo modello realizzato.

Fermo restando che l’attività sportiva continuerà a svolgersi con le modalità attuali, dalla prossima stagione sarà la Serie A a sperimentare la nuova specialità biliardistica, atto dovuto al lungo e duro lavoro della commissione istituita dalla Federazione.»

BW: Come è visto il nostro gioco nel resto del mondo? Si pratica? In quali nazioni maggiormente? Pensi che si possa esportare ulteriormente? E come?

«Francia, Svizzera, Danimarca Germania e Olanda si sono mosse rispetto agli anni passati e con la nascita della Commissione Tecnica Europea per i 5 birilli si sono impegnate notevolmente per lo sviluppo della nostra specialità al loro interno.
Per quanto riguarda il resto del mondo il gioco all’italiana è diviso tra Argentina, dove peraltro continuano a giocare sul loro biliardo e viene chiamata specialità “casino”, e Uruguay.

Dal mio personale punto di vista la bellezza del gioco del biliardo è anche, in alcuni casi, il suo peggior difetto: in ogni Nazione si sono sviluppate delle specialità che rispecchiano l’identità del Paese stesso e che vengono giocate su biliardi diversi. Ad esempio in Russia stanno giocando molto alla Piramide Russa che è un gioco poco conosciuto da noi ma molto affascinante e questo succede in ogni Paese dove c’è una cultura biliardistica.
Questo frazionamento di specialità, che è la cosa più bella del biliardo è anche un po’ la croce del biliardo stesso anche a livello internazionale: magari sappiamo chi è il campione mondiale di Pool o di Carambola ma non conosciamo il nome del campione di Piramide Russa o di Casino. La crescita internazionale di uno sport è dovuta anche al fatto che si pratica ovunque con le stesse regole, con lo stesso attrezzo e sullo stesso campo, cosa che per il biliardo è praticamente impossibile.»

BW: Cosa manca secondo te al biliardo per tornare ai livelli di 15 anni fa, ai tempi di TELE+ per intenderci?

«Io penso che i tempi di TELE+ siano stati un momento molto positivo per il biliardo, ma al tempo stesso si è camminato con un passo troppo lungo rispetto alle possibilità del nostro sport. Non voglio dilungarmi nei dettagli ma è evidente che nel momento in cui le trasmissioni tv dovevano essere supportate anche da sponsor reali che poi non ci sono stati… è crollato tutto.


Bono premia Montereali in occasione
della prova BTP di Rho (MI)

Alla luce di questo io credo che ci sia stato anche qualche danno diretto di grossa entità per il biliardo: a seguito di quel periodo ne sono arrivati altri veramente bui con delle grosse spaccature ed è stato duro, e lo è tuttora, per la Federazione recuperare i pezzi.

Cosa manca al biliardo? Un sacco di cose: bisogna lavorare per la creazione delle società sportive che ci permettono di arrivare al Coni e quindi farci entrare come Federazione Ufficiale nel Coni stesso per poter partecipare alla divisione della parte economica che spetta a tutte le Federazioni riconosciute; è un processo lungo che richiede anni di affiliazione, di esami dei bilanci preventivi e consuntivi (i nostri bilanci vengono costantemente esaminati da dei revisori del Coni all’interno della Federazione).
I progetti che stiamo portando avanti sono stati molto apprezzati dal Coni che ci onorerà, settimana prossima, con un riconoscimento ufficiale per il lavoro che stiamo svolgendo.

Bisogna inoltre rilanciare l’immagine della Federazione sul territorio nazionale e non solo: per fare questo ci siamo affidati a dei professionisti del settore sportivo che seguono altre discipline come il tennis e il rugby, tanto per fare un esempio, e una volta raggiunto questo obiettivo cercheremo delle risorse economiche che, a mio avviso, devono essere completamente al di fuori del settore biliardistico.
Ci aspetta un percorso lungo sul quale confidiamo per il rilancio dell’attività biliardistica in Italia e non solo.»

BW: FIBiS e New Project, ci spieghi che ruolo ha la New Project e come collabora con voi?

«Il rapporto Fibis-New Project inizia due Consigli Federali addietro. Preciso che noi siamo entrati nella Federazione trovandoci nelle mani una struttura che presentava debiti molto elevati e abbiamo dovuto lavorare molto per riportarla in attivo, prima con Principi e ora con Mancino. La Federazione presentava una struttura centrale troppo onerosa rispetto alle entrate che avevamo, a partire dalla sede, dal numero degli impiegati e dalla gestione interna di tutta l’attività sportiva. Si è pensato allora di alleggerire la struttura affidando ad una società esterna la gestione e l’organizzazione dell’attività sportiva nazionale sul territorio lasciando alla Federazione la gestione contabile, la normativa, il tesseramento, la gestione delle sezioni, la collaborazione con le delegazioni regionali e provinciale che collaborano sul territorio con le società sportive.

La New Project è la società che ha il mandato da parte della Federazione per gestire l’attività di vertice del biliardo in Italia che da qualche anno a questa parte è incrementata notevolmente, basta pensare che io ho assistito, al mio arrivo in Federazione, a delle prove del campionato professionistico che raccoglievano un numero davvero esiguo di iscritti, mentre oggi ci vediamo talvolta costretti a limitare il numero degli iscritti alle prove BTP.»

BW: Hai un giocatore preferito?

«Il mio giocatore ideale è senz’altro un insieme di diversi giocatori ma voglio fare una premessa: il biliardo è cambiato molto negli ultimi anni come tanti altri sport, si è velocizzato molto anche a causa delle necessità televisive, come è stato per esempio per la pallavolo che ha eliminato il cambio palla, ci sono una marea di tiri in più rispetto agli anni addietro, e la forza del giocatore sta nell’eseguire il tiro che ha una percentuale di sicurezza e di riuscita maggiore.
Sulle basi di quanto ho anticipato posso dirti che ammiro molto Gustavo Zito per tecnica, impostazione e soluzione di gioco ma al tempo stesso ammiro la caparbietà e la grinta di Crocefisso Maggio nell’azzardare tiri che nessun altro osa tentare.

Sono anche particolarmente legato sia per il gioco sia come persona a Vitale Nocerino, e anche se è passato molto tempo ogni volta che entro al Palais di Saint Vincent mi viene automatico tornare con la memoria a questo giocatore che ha dato tanto al biliardo, come del resto anche a Riccardo Masini, due persone che sono state importantissime per me e per il biliardo.»

BW: Ci fai il tuo personale pronostico sulla poule finale?

«E’ difficile fare pronostici su questa poule anche in funzione della nuova formula di gioco, scontro diretto invece del girone all’italiana. Le ultime prove del campionato evidenziano la forma di due giocatori in particolare: Maggio e Quarta. Fermo restando che non mi dispiacerebbe un nome nuovo, giovane (sorride...), visto che, a mio avviso, rappresenta un bell’esempio di giusto atteggiamento e modo di porsi sul biliardo.»

BW: Come sei diventato Respansabile Nazionale? Quale è stata la tua carriera all'interno della FIBiS? E' la tua principale occupazione?

«La mia vita è sempre stata circondata da hobbies e passioni sportive, ho iniziato da bambino con lo sci e il rugby anche a livello agonistico e poi, una volta finito il servizio militare mi sono dedicato al rally con una squadra privata partecipando a manifestazioni a carattere nazionale che mi vedeva, oltre che nel ruolo di navigatore, anche in quello di organizzatore che è un aspetto che mi ha sempre affascinato molto. Già allora mi ero avvicinato al biliardo ma solamente a livello di “partitella con gli amici”.


Claudio Bono durante la premiazione
della prova BTP di Chianciano (SI)

Purtroppo durante le prove del rally di Lecce ho avuto un grave incidente che mi ha costretto a lasciare questo bellissimo sport al quale ero molto affezionato e mi sono avvicinato al mondo del biliardo. Tramite un CSB come tutti, ho conosciuto un giocatore molto forte, un certo Mingardi che si allenava spesso con Gustavo Torregiani e ho passato molto tempo seduto al biliardo 2 a guardare, osservare, imparare finchè un giorno, il Mingardi stesso mi disse “dai gnaro, prendi su la stecca e vai al biliardo 2” e proprio su quel biliardo ho iniziato ad imparare l’arte del biliardo ed appassionarmi è stato facile.

Il CSB2 dove giocavo abitudinariamente mi ha chiesto in seguito di organizzare alcune manifestazioni; la più importante, dopo il Mondiale di Ferrara, è stata una gara Nazionale che ha visto la partecipazione di circa 600 iscritti con la presenza di tutti i giocatori di spicco. Da qui è partita la mia collaborazione a livello regionale con Francesco Dai con il quale abbiamo riorganizzato il calendario regionale delle manifestazioni e nel frattempo mi occupavo dell’attività provinciale di Brescia durante il periodo della spaccatura che aveva visto la fuoriuscita di molti giocatori d’eccellenza dalla Federazione e la nascita della Biliardo Pro.

Proprio in questo lasso di tempo mi è stato chiesto dalla Federazione se volevo ricoprire l’incarico di Responsabile Nazionale della Sezione Stecca, ruolo che ho accettato con molto entusiasmo affiancato da un gruppo di collaboratori di fiducia tra i quali: Gabrio Volante, Ulisse Calzi e Raffaele di Gennaro, e con l’impegno da parte dei dirigenti federali che non ci sarebbero state pressioni politiche sul nostro operato. La necessità impellente era quella di riconquistare la fiducia della base riorganizzando una serie di regole ferme e precise che permettessero a tutti i tesserati, di qualsiasi categoria essi fossero, di poter praticare il biliardo nel rispetto delle normative, e per fare questo abbiamo riorganizzato le categorie, le prove di qualificazione, e tutto l’assetto tecnico sportivo della sezione. Dopo questo periodo di lavoro nel quale la mia carica era avvenuta per affidamento d’incarico, sono stato riconfermato alla presidenza della Sezione Stecca con regolari elezioni sia nel mandato di Principi che in quello di Mancino.
Non è sicuramente la mia principale occupazione, ne è l’occupazione principale di nessun dirigente della FIBiS.»

BW: C'è chi sostiene che il numero dei Nazionali e dei Nazionali-Pro è eccessivo, che sarebbe meglio una soluzione che preveda un minor numero di giocatori d'eccellenza con remunerazioni più elevate soprattutto per la categoria dei Nazionali che al momento non usufruisce di nessun vantaggio se non quello della testa di serie. Cosa ne pensi?

«Quando io sono arrivato alla sezione Stecca oltre alle numeriche che tu hai citato c’erano anche un’ottantina di Master, non eravamo in possesso di classifiche attendibili per poter fare una cernita tanto è vero che per i primi anni abbiamo mantenuto la categoria fermo restando il progetto di ridistribuire i giocatori fino all’eliminazione completa della categoria stessa.

Ricordo che la FIBiS è una Federazione dilettantistica dove non può essere, per statuto, considerata la figura del “professionista” infatti nelle nostre classifiche la categoria di eccellenza figurano come Nazionali-Pro.

L’attuale struttura del campionato B.T.P. che prevede che per la fine della stagione i primi 20 della classifica, di qualsiasi categoria essi siano, diventino le teste di serie del campionato successivo, garantisce il rispetto delle varie categorie esistenti. Diminuire ancora le numeriche delle categorie significherebbe creare uno squilibrio interno soprattutto per quanto riguarda la prima categoria, con il conseguente aumento sproporzionato delle seconde categorie. Sono situazioni che sulla carta potrebbero presentarsi efficaci e positive ma che poi, nella pratica, si scontrano con delle realtà ben diverse.

Per quanto riguarda la remunerazione dei giocatori d’eccellenza, come dirigente penso che questo non sia compito della Federazione. In nessuna Federazione che io conosca succede questo, nemmeno in quelle che prendono i milioni di euro dal Coni per l’attività sportiva; i contributi del Coni vengono riversati nell’attività extra-nazionale magari dando valore ad un risultato di una Nazionale in una competizione internazionale, o per l’attività sportiva in generale.»

BW: Il biliardo femminile è limitato a pochissime donne in Italia, c'è qualche iniziativa al momento per cercare di incrementare il numero delle giocatrici?


Claudio Bono premia Cinzia Ianne a S.Vincent

«La Federazione ha sempre cercato di portare avanti l’attività femminile, anche nei momenti di profonda crisi della categoria stessa. Il fatto che poche ragazze si avvicinino al mondo del biliardo credo si da imputare, spesso, a come sono strutturati i nostri CSB e mi auguro che cambi questo tipo di mentalità. Quando noi parliamo di iniziative dirette ai giovani, campus giovanile, biliardo nelle scuole, non faccio alcuna differenza di genere. Mi auguro che queste attività servano anche per incrementare il numero delle ragazze che si possono avvicinare al nostro sport. C’è anche da considerare il fatto che il biliardo è uno sport difficile che richiede molti sacrifici e il fatto che i giovani d’oggi hanno mille interessi e mille opportunità rende ancor più difficile l’avvicinamento al biliardo stesso.

Per quanto riguarda invece la categoria delle Nazionali Femminili, e questo ci tengo a dirlo, ho riscontrato personalmente, ma anche a detta di molti Nazionali Pro che hanno potuto in questi ultimi due anni osservare da vicino le vostre prestazioni, visto che le gare femminili si tengono in concomitanza con il B.T.P., che il livello generale è molto cresciuto e questa è una cosa molto importante.»

BW: B.T.P. 2007-2008, puoi darci qualche anticipazione?

«Il B.T.P. dell’anno prossimo si svolgerà con le stesse modalità degli anni scorsi quindi 7 prove suddivise sul territorio nazionale. La prima prova sarà verso la fine di Ottobre a San Giovanni Rotondo; a seguire verrà disputato come di consueto il Gran Premio di goriziana a Saint Vincent e, nel mese di dicembre, il Gran Premio città di San Remo. Per il resto vi rimando all’uscita del calendario ufficiale che avverrà dopo il mese di agosto.»

BW: Claudio non mi resta che ringraziarti per la disponibilità che ci hai accordato, avrei ancora mille domande da farti ma per il momento mi fermo qui…
«Cara Paola, ora basta con le domande! Lo sai benissimo che due appassionati come noi potrebbero andare avanti per ore e ore… va a finire che questa intervista non la finiamo nemmeno per l’uscita del magazine!
Ne approfitto per salutare tutti gli utenti di BiliardoWeb, e per augurare buon Saint Vincent a tutti.»



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