Pre-Season Bootcamp
Di Francesco Tomati, in Pool - Articoli - febbraio 2008

Dal 9 al 13 gennaio, nella sala biliardi «Ames» a Deurne, in Olanda, ha avuto luogo il «Pre Season Preparation Bootcamp», uno stage di preparazione guidato dal preparatissimo coach della squadra europea vincitrice della recente Mosconi Cup, Johan Ruisijnk e da Alex Lely, già numero uno Europeo e pluricampione continentale. Johan come allenatore ed Alex come giocatore della nazionale olandese hanno voluto conferire al Camp lo stesso concetto di preparazione con cui hanno avuto diretta esperienza.

Questa volta, la sfida per i due trainer è stata maggiore del solito, con l’accesso al corso libero ad ogni livello (comunque giocatori agonisti e non principianti, ndt) che ha portato 17 giocatori provenienti da sei nazioni differenti con abilità diverse tra loro. E come avrebbero sopportato, questi ultimi, il massacrante impegno fisico di cinque giorni consecutivi al tavolo combinato all’acquisizione di nuove conoscenze teoriche? L’orario giornaliero prevedeva l’inizio dell’allenamento alle 9.30, pausa pranzo dall’una alle due, cena dalle sei alle sette e fine degli allenamenti alle 22. Il terzo giorno, con un programma più leggero, e il quinto, quello della partenza, sono stati programmati oculatamente un po’ meno pesanti.


Il gruppo di partecipanti al Bootcamp

In ogni sport professionistico si usa una organizzazione metodica dell’allenamento. Di essa fa parte uno specifico allenamento di inizio stagione: lunghe e pesanti ore di allenamento, molto fisiche e focalizzate sulla quantità. In questo periodo si costruisce la massa, e ci si concentra sul «carico». Durante la stagione il focus si sposta verso la qualità: periodizzazione, affinamento e così via.

Questo «Bootcamp» si incentrava esclusivamente sulla quantità e su molte, molte ore di esercizi, di cui i partecipanti si ricorderanno a lungo. I primi due giorni sono molto importanti: vengono praticati esercizi consistenti in un solo tiro, molto stancanti fisicamente e mentalmente. Molte palle vengono sbagliate, la frustrazione aumenta e la fatica fa il resto. Ma ci sono molte ripetizioni, e bisogna sempre andare avanti. Molti giocatori la prima notte hanno pure dormito male, continuando ad immaginare palle da biliardo che volavano da una parte all’altra, anche dopo aver appoggiato la testa sul cuscino.

Il secondo giorno consiste più o meno nella stessa cosa: palle lunghe «a spingere», retrò lunghi, tiri effettati e colpiti… In questo giorno le persone tendono generalmente all’irrequietezza.

Ognuno deve annotare i propri risultati. Così facendo, gli allenatori possono avere una migliore visione delle capacità degli allievi, e i giocatori stessi potranno controllare i propri miglioramenti nell’arco di due mesi.

Nick Van Den Berg (un altro pluri-campione olandese, ndt) scriveva anche un paio di annotazioni per ogni esercizio, per non dover ripetere centinaia di volte il tiro in futuro prima di ritrovarne il punto focale. Dal giorno successivo, ad ognuno è stato chiesto di fare la stessa cosa.

Dopo il massacro dei primi due giorni, il «day three» è concepito in maniera più rilassante. Si fatica comunque, ma non troppo e non troppo a lungo. Ci si concentra di più sulla teoria e ci si svaga anche, comunque con esercizi molto divertenti riguardanti il gioco di calcio. Il «focus» degli esercizi si sposta verso il «ritmo», sono definiti «esercizi dinamici»: dev’essere imbucata una serie di bilie, in sequenza o no. La differenza tra i tipi di esercizio dipende dalla concentrazione sull’imbucata o sulla posizione. Per esempio, è giocato molto il pool continuo: molti tiri relativamente facili, con il focus sulla concentrazione. Molti esercizi di Johan sono praticati dai giocatori con piacere, come «Alexander the Great»; «Compact Play» e «Centerline» sono causa di frustrazione, mentre di «The Ladder» di Burt Kinnister gli allievi non hanno mai abbastanza.


Un particolare dell'allenamento

Nel quarto giorno gli allevi smaltiscono la fatica e inziano a colpire le bilie bene. Hanno maggiore energia, e con i metodi di allenamento dinamici ognuno si gode il ritmo di gioco più energico. I partecipanti ora sono anche a conoscenza dei contenuti e degli obiettivi degli esercizi, e c’è maggiore facilità nel cambio tra gli esercizi, i tiri e i tavoli. Si passa dal break, ai tiri di calcio, le bilie a stecca alzata, «The Ladder» e via daccapo.

L’ultimo giorno è un po' più caotico, poiché i giocatori internazionali hanno pianificato la loro partenza. Ma quello finale è anche in genere un giorno meno intenso, gli esercizi sono finiti. I giocatori devono tornare a casa rilassati e con la steccata morbida. Nick Van Den Berg ha anche mostrato come terminare la settimana in grande stile: in un match di pool continuo contro il francese Stephan Cohen ha realizzato una fenomenale serie di 285 bilie! Tutti hanno così testimoniato come Nick ha messo perfettamente in pratica i principi di cui Johan e Alex hanno parlato per tutta la settimana: costanza, impegno e consapevolezza. Sfortunatamente Van Den Berg si è fermato prima di 300, ma a vederlo in azione è solo questione di poco tempo.

Johan e Alex usano anche quest’opportunità per ringraziare tutti i partecipanti al Bootcamp per il loro impegno. Specie il contingente olandese, non abituato ad un allenamento così intensivo (figurarsi noi… ndt), che ha superato contrarietà come la febbre, il mal di stomaco e l’emicrania senza mai mollare; giù il cappello a Roderik, Tjeerd, Kimmo, Barry e Remco. Ringraziamenti anche per i giocatori non olandesi: Lee Rigby, Martin Chapman, Dave McCarthy, Emmanuel Lemaire, Francois Cottance, Stephan Cohen, Nick van den Berg, Giorgio Margola, Jonas Othoonen, Serge Das, Serge Delhaye, Aziz Moussati, «Dirty Harry» Charalampadis e il personale di «Ames» e Estelle e Matijs dei prodotti Energy, che hanno aiutato tutti quanti ad arrivare alla fina della settimana.

(Un ringraziamento alla redazione di Poolkrant.nl che ci ha concesso di utilizzare l’articolo)

traduzione di Francesco Tomati

Come avete notato, nel resoconto di «Poolkrant.nl» sul Bootcamp tenuto dai maestri olandesi compare tra i partecipanti anche il nostro Giorgio Margola, uno dei migliori esponenti della pattuglia azzurra in tutte le competizioni internazionali.


Giorgio Margola

Abbiamo pensato di chiedergli un commento sulla sua settimana di allenamento olandese:

«Consiglio a tutti questa esperienza, ti aiuta davvero a migliorare e ti fa anche correggere alcuni difetti che in anni di attività magari erano passati sotto silenzio. La continua ripetizione degli stessi tiri è davvero massacrante, ma non c’è nulla che possa aiutarti a diventare tecnicamente solido quanto quella.
Grazie a Johan ho un metodo di allenamento affidabile che posso utilizzare anche per conto mio, e non vedo l’ora di poter partecipare ad un altro evento simile per constatare i miei miglioramenti e coltivarne di nuovi».




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