In quasi tutti gli sport, sia di squadra che individuali, si possono incontrare diverse tipologie di giocatori. Ci sono quelli che, simili a dei robot, concedono poco o nulla allo spettacolo e sbagliano ancora meno, diventando quasi noiosi nella loro concretezza. Nel pool, questo può essere il caso di gente come Ralf Souquet o Niels Fejien, che, un po' come Borg nel tennis o Schumacher nella Formula Uno, danno sempre mostra di perfette esecuzioni, acume tattico ed espressioni impenetrabili.

Gabriele Cimmino, quinto posto assoluto

All'esatto opposto ci sono quelli che ti diverti a guardare e basta, che non potrebbero per natura non divertire il pubblico in ogni loro gesto, agonistico e non. Fanno parte di questa categoria giocatori come Earl Strickland, capace di litigare anche con sé stesso (continuando con paragoni tennistici, non può non venire in mente John McEnroe), Francisco Bustamante, per la particolarità della sua steccata, ed altri, più o meno «fenomeni», che sono sempre e comunque in grado di intrattenere lo spettatore, anche in caso di sconfitta.
Uno dei due o tre giocatori contemporanei, a livello mondiale, che più appartengono a quest'ultima schiera è senz'altro Tony Drago.

Il «Tornado», ufficialmente riconosciuto come il giocatore più veloce al mondo, è un omone ben oltre i cento chili che, parafrasando (come spesso ci accade) il film «Lo Spaccone», si muove «come una ballerina» intorno al tavolo verde, lasciando a malapena fermare la bilia bianca prima di eseguire il tiro successivo.
Per anni nei primi 16 del ranking mondiale di snooker, ma spesso presente anche alle grandi manifestazioni internazionali di pool, Tony sta diventando sempre meno «poolista part time» e sempre più costante nell'ottenere risultati di spessore assoluto anche nella specialità americana, specialmente da quando l'ultima ondata di giovani cecchini l'ha estromesso dall'elite della disciplina britannica.

La personalità istrionica di Drago, il sorriso che mai abbandona il suo volto anche nelle situazioni più tese, le battute taglienti riservate a tutti, senza distinzioni, ne hanno fatto un vero e proprio personaggio anche tra le bilie numerate.

Tony Drago

Chi meglio di lui, quindi, poteva essere il vincitore del «Primo Open Internazionale IPF», tenutosi nei primi tre giorni di giugno all'Hotel San Marco di Parma? Forse, ragionando col cuore, un italiano, ma in mancanza di un azzurro sul gradino più alto del podio ci possiamo consolare con le ottime prestazioni di Moreno Kraljevic, giunto terzo, e di altri quattro giocatori nostrani ad occupare le posizioni dalla quinta all'ottava (Gabriele Cimmino, Michele Monaco, David Pascasi e Giorgio Margola), nonostante la presenza di grossi calibri provenienti da tutta Europa.

A completare il quadro dei primi otto, oltre al pirotecnico vincitore e ai cinque «padroni di casa», il serbo Zoran Svilar, già vincitore quest'anno, sempre a Parma, in coppia con David Pascasi, della Gambit Cup di doppio, che dopo un grandissimo torneo si è arreso in una combattutissima semifinale al favorito della vigilia, il britannico Daryl Peach (vincitore dell'ultima prova Eurotour in Germania).

Daryl Peach

Per un torneo di così alta qualità non poteva non esserci una finale di livello assoluto, divertente e ricca di bel gioco, colpi di scena e siparietti che il solo Drago è in grado di offrire in momenti di tensione così alta.
L'inizio lascia presagire che sarà un monologo di Peach che, in formissima dopo il trionfo di Sindelfingen, parte a razzo portandosi sull' 8 a 2. In quel momento, succede quello che non ti aspetti. O meglio, quello che non ti aspetteresti se non ci fosse Tony «il Tornado» al tavolo. In men che non si dica il maltese si porta a ridosso dell'avversario, lasciandolo impotente di fronte alla serie di fenomenali imbucate e al suo ritmo vertiginoso. Il tutto, giocando un «match nel match», a battute poco ortodosse ma esilaranti per tutti, con Giorgio Margola, incaricato di costruire il rombo prima di ogni spaccata. Un clima surreale, specialmente dato il premio di 5000 Euro spettante al primo classificato, che avrebbe visto chiunque spazientirsi o perdere la concentrazione nelle fasi salienti dell'incontro. Ma Tony non è «chiunque», ed è proprio in queste situazioni che si esalta trascinando il pubblico fino alla spettacolare chiusura dell'ultimo e decisivo rack, sul 10 pari, iniziato con un difficile traversino a stringere e finito, come sempre a cento all'ora, esultando ancora prima di imbucare le ultime tre bilie.

Per una volta, e non potremmo non perdonarlo al leader della classifica europea, la corsa di Fabio Petroni si ferma al diciassettesimo posto, sotto i colpi di Andreas Maimone, che suggella con un piazzamento nei primi sedici un momento di buona forma.

Shane Van Boening, neo-campione del mondo palla 10

Dopo la riuscitissima tappa italiana dell'Eurotour, organizzata a Napoli dalla Federbiliardo, siamo felici di constatare che anche l'IPF è stata in grado di organizzare, in una cornice degna della situazione, una competizione internazionale di livello assoluto, innalzando ulteriormente la considerazione che il pool italiano sta riscuotendo in Europa.

I prossimi appuntamenti per i nostri giocatori saranno, dal 13 al 16 giugno, l'Eurotour di Rankweil, in Austria, e le finali nazionali delle due federazioni.

Un'ultima nota di cronaca, doverosa data l'importanza della manifestazione, va al Campionato del Mondo di Palla 10, svoltosi a Jacksonville, Florida, a fine maggio, vinto dal giovane statunitense Shane Van Boening in finale con il connazionale Cliff Joyner. Piazzamenti fuori dai primi 24, per una volta, per i due azzurri presenti, Fabio Petroni ed Alessandro Torrenti. Pazienza, vorrà dire che vinceremo il Palla 9…