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Il trionfo di Muratore

"All'Eurotour di Malaga l'italiano ottiene una straordinaria vittoria"
 

Benalmadena, vicino a Malaga, in Spagna, è un posto meraviglioso. Affacciata sul mare, colori caldi e clima estivo tutto l'anno, nulla a che vedere con le chiuse e fredde località nordeuropee che solitamente ospitano le tappe dell'Eurotour.

A questo punto viene istintivo domandarsi: ma sarà proprio un caso che, nella prova più «mediterranea» (Napoli a parte) del circuito europeo di palla 9 a farla da padroni siamo sempre noi?

Ebbene sì, preamboli climatici a parte, anche quest'anno, dopo che il dicembre 2006 era stata una data memorabile per Fabio Petroni, un italiano è riuscito a salire sul gradino più alto del podio del Dynamic Costa del Sol Open.


Il podio dell'Eurotour di Malaga si tinge d'azzurro

Questa volta è toccato a Bruno Muratore, anch'egli romano, imporsi con pieno merito nella splendida cornice dell'Hotel Torrequebrada, autentica perla di un posto che per noi sarebbe bello comunque.

Noi italiani Muratore lo conosciamo da anni, e sappiamo che, nonostante la sua scelta di non gareggiare a livello internazionale per parecchi anni, è un giocatore di assoluto livello. Il suo pregio maggiore, la freddezza, non si impara a scuola e si hanno pochi margini per migliorarla. Al massimo si può migliorare la concentrazione, si possono ottenere risultati con tecniche di training autogeno e rilassamento, ma chi, di natura, ha il sangue qualche grado più freddo degli altri si vede lontano un miglio.

Ecco, questo è Bruno Muratore. Uno che, nelle situazioni a prova di coronarie, risolve tutto con un sorriso e con la calma, che è virtù sua e di pochi altri colleghi suoi.

Quando a questo aggiungi la serietà nell'allenamento, la cura per i particolari, quali la ritrovata forma fisica, e un'intelligenza biliardistica obiettivamente fuori dal comune, ecco che si spiega come abbia fatto un giocatore, in appena due anni di gare internazionali, ad attestarsi stabilmente ai vertici del ranking EPBF, qualificandosi per il mondiale nelle Filippine, e a raggiungere il traguardo di vincere un Eurotour, che ti attesta per sempre nella storia del pool continentale.

La storia del trionfo spagnolo di Bruno assomiglia ad una cavalcata sicura, con un solo passo incerto nella finale di batteria dei vincenti, quando l'anglo-svizzero Jonny Fulcher gli ha imposto l'unico momento difficile. Bruno, senza scomporsi come fanno in molti, ha ripreso a macinare il suo gioco calmo e compassato, ed ha alzato il livello di partita in partita, fino ad arrivare a sconfiggere, nei quarti e in semifinale, i due leader della classifica continentale: Konstantin Stepanov, in testa fino al giorno prima del torneo, e il fortissimo inglese Mark Gray, nuovo capolista.


Bruno Muratore esulta dopo l'ultima decisiva imbucata

Ma il vero romanzo thriller è cominciato con la finalissima, contro il grintoso polacco Radoslaw Babica, alla sua prima finale dopo cinque semifinali perse e affamato come non mai.

Č qui che Muratore ha compiuto il suo capolavoro, riuscendo prima ad arginare una partenza a razzo del rivale e poi sciorinando un gioco da manuale del biliardo fino ad arrivare ad un solo punto dal traguardo, sul 9-5. In quel momento imprevisto quanto comprensibile, è arrivato il primo errore dell'azzurro, che ha lasciato un'invitante bilia numero 5 appesa tra le fauci della buca d'angolo.

Con la formula delle tre spaccate a testa, questo inconveniente diventava pericolosissimo, in quanto dopo la formalità del 9-6 il polacco avrebbe avuto tre break a disposizione, e chiudendoli tutti avrebbe mandato Bruno alla spaccata sul 9-9 e, soprattutto, con tutta la pressione del mondo addosso. Detto fatto. Babica, dimostrando di non essere lì per caso, aggredisce le bilie in maniera efficacissima nei successivi tre frames, e si porta sul classico punteggio, per dirla all'americana, di hill-hill.

Sarebbe stato facile per chiunque, in quel momento, farsi affossare dalla tensione e dal ricordo di essere stato padrone del match fino a pochi minuti prima. Ebbene, per tutti ma non per Bruno, che si è alzato dalla sua postazione sempre più scomoda per spaccare e chiudere, come in un libro di testo, l'ultima e decisiva partita.

Come un anno prima, e come quando vince l'Italia, in ogni sport, la Final Arena di Benalmadena si tinge di azzurro e i muri rimbombano con l'ormai italianissimo «Po-po-po-po-po-po-pooo» di ispirazione calcistica, al quale, oltre al folto contingente di giocatori azzurri, si uniscono i tanti simpatizzanti di Bruno e della nostra piccola grande nazione del pool.

«Durante le ultime tre chiusure di Babica sentivo la tensione salire sempre di più, e quando ha imbucato la 9 del 9-8 mi sono reso conto che, se fossi tornato al tavolo in quelle condizioni, avrei avuto il cuore in gola e poca lucidità. Per questo ho deciso di sfruttare il mio time out, sono andato in bagno, mi sono sciacquato il viso e mi sono calmato. Devo dire che è stata la mossa vincente, perché sul 9 pari, quando mi sono alzato, avevo recuperato la freddezza e sono riuscito a chiudere senza difficoltà».


Il polacco Babica si congratula con Muratore per la sua vittoria

Questa, in sintesi, è la spiegazione «tattica» del match che Muratore ci ha dato nei minuti successivi alla sua grande affermazione, e di lui colpisce la naturalezza con cui, in un momento così delicato, ha potuto recuperare la condizione mentale con un semplice accorgimento.

Non possiamo fare a meno di domandare al neo numero 4 d'Europa quale sia stato quel qualcosa in più che gli ha permesso di raggiungere, in così poco tempo, traguardi che altri, anche forti, non raggiungeranno mai.

«In realtà una certa sicurezza nei miei mezzi, in cuor mio, l'ho sempre avuta. Semplicemente, negli ultimi tempi, ho avuto la possibilità di farmi quell'esperienza internazionale che non ero riuscito, per i casi della vita, a farmi a vent'anni. Il livello dell'Eurotour è talmente alto che, a mio parere, una prova può essere vinta da un centinaio di giocatori. Mano a mano che il tempo passava, e le gare anche, attendevo semplicemente il mio turno, cercando di farmi trovare pronto quando sarebbe successo. Ora che ci sono riuscito, posso confermare che vincere un Eurotour è un film, talmente difficile che mentre ti sta capitando riesci a malapena a capire che sta succedendo davvero. Anche la forma fisica ha influito parecchio, in altri momenti, dopo un torneo così lungo, con la tensione della finale sarei crollato».

E poi il segreto, che purtroppo tanto segreto non è, di avere qualcuno che da lassù ha assistito in maniera speciale al trionfo di Bruno.

«In effetti questa vittoria è tutta di Manfredi Scribani, il presidente della Federbiliardo scomparso lo scorso 23 novembre. Per me, e per molti di noi, era un secondo papà. Ha dato tutto per il pool e per la federazione, sacrificando gli ultimi anni della sua vita e mettendo il biliardo persino davanti alle sue esigenze personali e familiari. Sono sicuro, da lassù se l'è vista tutta, e, se ha potuto, ha contribuito affinché tutto filasse liscio». E qui, anche chi scrive, che lo conosceva bene, non può che essere d'accordo.

Il bilancio azzurro, oltre al trionfo di Muratore, ha visto tra i migliori il solito Fabio Petroni, diciassettesimo, e Alessandro Torrenti, trentatreesimo e vicino a battere il grande Souquet per entrare nei sedicesimi di finale.

Ma questo era il torneo di Bruno, che con lo sguardo di ghiaccio fisso sul tavolo, e, perché no, un pensiero a chi non c'è più, ha semplicemente confermato che il livello del pool italiano non ha niente da invidiare a nessuno e che Benalmadena, almeno per noi, è un posto meraviglioso.


Visualizza il tabellone completo del torneo

 
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