Shanghai Masters e Grand Prix 2008
Di Enrico Galli, in Snooker - Articoli - ottobre 2008

Doppio appuntamento tra settembre e ottobre per il circuito professionistico dello snooker, che entra così nel vivo di questa stagione dopo il preludio del Northern Ireland Trophy lo scorso agosto.

Seconda edizione per lo Shanghai Masters, e di nuovo un grande successo di pubblico, a conferma del fermento che questo gioco sta avendo in estremo oriente; sono addirittura in corso trattative per valutare la candidatura di una location cinese per le future edizioni del campionato del mondo, allorquando nel 2010 il contratto con il Crucible Theatre di Sheffield (sede storica di questo torneo) andrà a scadenza; in un periodo di difficoltà economiche dovute all'abbandono di alcuni grossi sponsor, la World Snooker Association sta cercando nuovi e fiorenti mercati per rilanciare lo sport, e non sono in pochi (anche tra i giocatori più accreditati) ad auspicare un definitivo sdoganamento dello snooker in altri paesi e continenti al di fuori del Regno Unito.


Ronnie al tiro

L'anno scorso, ricorderete, ci fu l'affermazione a sorpresa del gallese Dale, il quale non riesce a ripetere la prestazione e si ferma al primo ostacolo, rappresentato per lui dal grande veterano Steve Davis. Questi, uscito dai primi 16 della classifica e a 51 anni suonati, non ne vuole proprio sapere di mollare il colpo, e sta ottenendo risultati tali da fargli addirittura sperare di tornare nell'elite assoluta a fine anno, un risultato che avrebbe dell'incredibile per certi versi. Avanzerà in questo torneo fino ai quarti di finale, dove verrà superato da Ricky Walden, sul quale torneremo a breve.

A proposito di veterani, non c'è tifoso di snooker che non gioisca per il ritorno sulle scene di Jimmy White, sull'orlo dell'esclusione dal circuito professionistico (la sua classifica ufficiale è n°65, ovvero il primo degli esclusi, ma un piccolo allargamento dei cordoni della borsa lo ha salvato…) e finalmente capace di qualificarsi di nuovo per la fase televisiva di un torneo, superando in questo caso anche il turno di wild card. Si fermerà ai sedicesimi impegnando Mark King fino alla nona partita, ma i segnali di ripresa sono incoraggianti.
Meno convincenti le prestazioni, pur vittoriose, di Ronnie O'Sullivan e John Higgins, rispettivamente contro il mediocre Pettman e il talentuoso Ford. Quello che stupisce (in positivo) del Ronnie degli ultimi mesi, sono la capacità e la voglia di lottare anche nelle sue, inevitabili, giornate "no". L'ha detto lui stesso: "anche se non mi sento in vena, voglio comunque portare a casa il match perché so che domani potrei trovare qualcosa". Un atteggiamento che gli ha già evitato numerose sconfitte fuori programma, di cui si rendeva protagonista di tanto in tanto, e non a caso l'ha portato di nuovo al primo posto in classifica. E i risultati gli danno ragione anche qui a Shanghai: in crescendo di forma, supererà facilmente il temibile Perry e il "gemello" Williams, per poi ingaggiare una bellissima battaglia in semifinale con Stephen Maguire, che manca di lucidità nel finale e cede nuovamente il passo al rivale.


Ricky Walden, 25 anni e primo titolo in carriera

Nella parte alta del tabellone sembra poter dominare Mark Selby, che completa vittorie estremamente convincenti con Trump, King e Fu. Il ragazzo di Leicester ha lavorato molto nella pausa estiva e si vede: il suo brandeggio è più essenziale, rapido, privo dei movimenti e delle oscillazioni non necessarie che lo caratterizzavano fino all'anno scorso. Il suo ritmo di serie è più incalzante, piacevole a vedersi, e meno dispendioso di energie. Se a questo sommiamo la grinta e la sagacia tattica che Selby ha già ampiamente dimostrato in passato, abbiamo un giocatore in crescita che promette di restare a lungo, e in pianta stabile, tra i primissimi della classe. Troverà in semifinale un altro giovane, che invece finora non aveva ancora espresso il suo pieno potenziale: Ricky Walden. Il ragazzo inglese si è sempre messo in luce nelle qualificazioni ai ranking tournament, senza però mai riuscire a fare risultato nelle grandi arene, tanto che naviga ancora oltre il 32° posto in classifica ufficiale. Già autore di tre rimonte nei turni preliminari per battere in sequenza Hendry, Robertson e Davis, quando si trova 1-4 con Selby sono in pochi a credere nella possibilità di un ennesimo miracolo. Che invece si concretizza, con un Walden dominante nella seconda sessione, che chiude 5 frame consecutivi per il 6-4 finale. Grande delusione per il lanciatissimo Selby, che però deve biasimare prima di tutto sé stesso: nell'intero match non è riuscito a centrare un solo "mezzo centone".

La finale, tra O'Sullivan e Walden, sembra servire su un piatto d'argento a Ronnie la possibilità di siglare il secondo titolo della stagione e il terzo consecutivo, impresa che non riesce a nessuno da ben 15 anni. E la partita, pur più combattuta del previsto, sembra scivolare dalla parte del favorito quando con un centone sigla il vantaggio di 7-4 (match al meglio dei 19 frame). Walden non si dà per vinto e si rifà sotto ancora una volta fino al 7-6, prima di farsi distanziare nuovamente di due lunghezze. Ma è un O'Sullivan a corrente alternata, falloso, preoccupato. Probabilmente la partita è più dura di quanto si aspettava, e l'avversario (che non ha nulla da perdere ovviamente) ha ora un margine psicologico su di lui, e le bilie "rotolano dalla sua parte", per così dire. Uno dopo l'altro, Walden si aggiudica tutti gli ultimi 4 frame del match, lasciando sbalordito il pubblico (tutto o quasi per O'Sullivan, un idolo anche qui). Straordinaria vittoria per il 25enne inglese, che si porta in classifica provvisoria a ridosso dei top16, e forse dopo essersi sbloccato riuscirà a dimostrare prossimamente tutto il suo reale valore.



Higgins e Day, finalisti del Grand Prix, O'Sullivan e Walden, finalisti allo Shangai Masters

Appena una settimana di pausa per assorbire il jet-lag, ed ecco nuovamente i nostri prodi ai nastri di partenza per il Grand Prix, che quest'anno vede due interessanti novità. La prima è la sede, di nuovo in Scozia ma questa volta a Glasgow (non più Aberdeen, come l'anno scorso); la seconda è il sorteggio, che viene fatto in modo integrale ad ogni turno: non più teste di serie, non più sorprese ai primi turni che aprono varchi nel tabellone... tutto lasciato al caso! Una novità che è piaciuta anche a molti giocatori, dando un tocco di interesse e di suspense in più alla gara.
Niente scontri al vertice, comunque, nel primo turno, dove la partita più interessante è probabilmente Walden-Day. Il neo-vincitore dello Shanghai Masters difficilmente poteva essere più sfortunato nel sorteggio, ma si batte fino all'ultimo per cedere solo alla nona partita, contro uno dei giocatori più in forma e in crescita costante negli ultimi due anni. Non più giovanissimo, Ryan Day sembra essere giunto solo ora a piena maturazione come giocatore, e affianca alle straordinarie doti di colpitore anche una migliore attitudine difensiva e capacità di gestione della partita. Lo si attende da tempo al primo grande successo, già sfiorato due volte (Malta Cup e Shanghai Masters 2007): sarà la volta buona?


Ryan Day durante la finale, sullo sfondo Higgins

Altre cose da segnalare nel primo turno sono l'ennesimo ruggito del «vecchio leone» Steve Davis, che approfitta di un periodo nero che più nero non si può dell'australiano Robertson, che non riesce più a far valere il suo talento da oltre un anno a questa parte; i rischi corsi da un Hendry molto appannato contro David Gilbert, sul quale ha la meglio in una rocambolesca nona partita; il forfait di Graeme Dott, che fa il paio con quello dello Shanghai Masters, per un polso fratturato in una partitella di calcio: davvero brutte notizie per lo scozzese, n°1 in classifica provvisoria solo un anno e mezzo fa, e ora pericolosamente attorno alla 50ma posizione nella stessa classifica, pensate; lo scivolone dell'idolo di casa Maguire, umiliato da un Jamie Cope molto in forma (nel suo ottavo di finale – perso – allo Shanghai Masters, aveva siglato il secondo 147 della carriera).

Lo stesso Cope avanzerà fino ai quarti, superando Ebdon in un finale di partita davvero incredibile, con tanto di siparietto "disperato" (http://www.youtube.com/watch?v=HtpzEcHaPbg) del veterano inglese, che dopo aver recuperato i due snooker che gli servivano per ribaltare il punteggio si è trovato a fronteggiare a sua volta una difesa micidiale, ottenuta dall'avversario in modo completamente fortunoso, e non ne è venuto fuori. Nei last8 affronterà Ryan Day, che esce vincitore da vero campione alla nona partita con Mark Selby, che dopo essersi prodotto in una delle sue solite fantastiche rimonte sembrava lanciatissimo nella frazione decisiva; manca tuttavia la "frame ball", e Day tenendo i nervi saldi ripulisce il tavolo dando un altro grande dispiacere al ragazzo di Leicester; vedremo quali conseguenze avranno per lui queste due dolorose sconfitte nel prosieguo della stagione.
Tra Day e Cope non c'è storia, si tratta di due giocatori molto simili e in questi casi il più in forma dei due prevale nettamente… così è stato a favore del gallese, che resta in corsa per il suo primo titolo e rinvia il più giovane avversario a nuovi "esami di maturità".

A proposito di giovani, un altro astro nascente che si sta facendo attendere più del previsto è Judd Trump, fenomenale a livello giovanile ma ancora un po' in difficoltà tra i "grandi". In questo torneo, per il quale ha dovuto qualificarsi, approfitta al primo turno del già citato forfait di Graeme Dott, ma è bravo a valorizzare questa opportunità superando per 5-2 un altro giocatore in grande forma, Joe Perry (che onestamente meritava qualcosa in più in questo match) e guadagnandosi l'opportunità di sfidare nuovamente Ronnie O'Sullivan, suo idolo, al quale 5 anni fa strappò il primato del più giovane a realizzare un 147 in competizione. Il ragazzo di Bristol è un formidabile colpitore a distanza, ma denuncia ancora qualche carenza nel gioco di posizione: spesso si trova in difficoltà dopo poche bilie, e solo in alcune occasioni il suo indiscutibile talento riesce a trarlo d'impaccio. Tuttavia O'Sullivan (forse un po' scosso dalla finale persa a Shanghai) fatica a trovare il ritmo giusto in questa settimana e ancor di più nella partita con Trump, che mantiene in linea di galleggiamento fino alla nona partita grazie soprattutto alle ingenuità dell'avversario.


John Higgins e la moglie Denise
Ma a sorpresa sarà proprio il più inesperto Trump a spuntarla, sfruttando un errore di O'Sullivan su una difficile rossa al centro. Grandissima soddisfazione per lui, che ora ha un'occasione d'oro per lanciarsi definitivamente nell'Olimpo dello snooker.

Ad attenderlo in semifinale c'è John Higgins, che con grande mestiere e una forma finalmente in crescita ha tenuto a bada Hamilton, Hendry e Junhui nei turni precedenti. Le cose si mettono bene per lo scozzese, che si porta 4-1 di fronte a un Trump che sembra un po' bloccato alla sua prima esperienza a questi livelli di un major tournament; a sorpresa, invece, il ragazzo riesce a portarsi fino al 4-4 con due belle serie e un terzo frame giocato principalmente in difesa, ma la voglia di riscossa di Higgins, e la sua maggior esperienza, avranno infine la meglio per il 6-4 conclusivo.
L'altra semifinale vede opposto Day ad Allister Carter, che sulla scia della finale raggiunta all'ultimo mondiale sta mostrando davvero un biliardo di altissima qualità. I due si scambiano centoni nei primi due frame, e andranno all'intervallo sul 2-2. Al rientro, è Day a prendere il sopravvento portandosi 5-2 grazie anche a un altro centone, ma Carter non molla e giocando con attenzione riesce a portarsi fino al 5-5. Come altre volte gli è accaduto, però, nell'ultimo frame il braccio trema un poco, e Day ne approfitta per agguantare la terza finale della carriera. Sembra il più in forma di tutti, e pronto ad aggiudicarsi finalmente un titolo importante.

La finale, però, vede in campo il peggior Day del torneo, e anche un Higgins non al top della condizione riesce a portarsi avanti per 7-2, a soli due frame dalla vittoria: un vantaggio rassicurante. Il gallese, senza ormai più nulla da perdere, comincia finalmente a lasciar andare il braccio, e magicamente si ritrova… mette a segno 4 frame consecutivi per il 6-7, ma a questo punto Higgins stringe i denti, e rifiuta di lasciarsi scappare un'occasione come questa anche se in giornata no e ormai "in riserva" di energie. 8-6, poi 8-7, e infine il settimo mezzo centone della partita ad assicurare al grande campione scozzese il 19° ranking tournament della carriera. Molto sportivamente, Higgins ammetterà di essere stato fortunato a trovare un avversario in giornata negativa, e che se Day avesse giocato come nel resto della settimana ci sarebbe stato ben poco da fare per lui. Ma tant'è, e Day deve rimandare nuovamente l'appuntamento col primo titolo della carriera, anche se siamo certi che continuando a giocare così il "suo giorno" sia davvero molto molto vicino.

Dopo una tappa delle World Series a Varsavia, il grande Snooker si trasferirà per la prima volta nel Regno del Bahrain, dall'8 al 15 novembre, una novità assoluta del circuito maggiore di quest'anno. Arrivederci al prossimo mese!


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