Sindelfingen, il ritorno di Petroni
Di Francesco Tomati, in Pool - Articoli - giugno 2008

Nel numero di bweb Magazine di febbraio 2007 uscimmo con un articolo che, in un modo o nell'altro, riguarda un po' tutti noi giocatori di biliardo. Si trattava di un approfondimento sul cosiddetto «momentaccio», il periodo no che quasi tutti, prima o poi, devono affrontare e, possibilmente, superare nel minor tempo possibile.


Fabio Petroni al tiro

Nell'occasione interpellammo alcuni tra i migliori giocatori italiani delle diverse specialità, tra cui Marco Zanetti per la carambola, Riccardo Nuovo e Paolo Marcolin per i birilli e, per quanto riguarda il pool, Bruno Muratore e Fabio Petroni. Proprio quest'ultimo, il giocatore italiano di maggior successo internazionale negli ultimi 10 anni, diede ai lettori la sua chiave per superare le difficoltà: serietà e puntualità negli allenamenti, impegno costante e umiltà.

Tutto questo accadeva 16 mesi fa, in tempi, come suole dirsi, non sospetti.

Nel frattempo, come accade nelle vite di molti di noi, l'imponderabile, che è sempre dietro l'angolo, ha deciso di mettere alla prova l'efficacia della dichiarazione di Fabio, e proprio sulla pelle del giocatore romano.

Se per un calciatore affrontare un grave infortunio fisico rappresenta la prova più difficile, in uno sport mentale come il biliardo non c'è «momentaccio» più maligno di una defaillance psicologica, che può essere provocata dalle vicissitudini della vita o dall'alto stress che a volte anni a girare il mondo in compagnia di una stecca possono causare. Proprio questo è successo, nello scorso marzo, al Fabio nazionale nella trasferta statunitense di Valley Forge. L'equilibrio e la presenza mentale che, nel corso degli anni, hanno fatto la fortuna di Petroni hanno deciso di prendersi una vacanza, e i nervi del nostro portacolori più famoso hanno avuto un momento di cedimento che ha suscitato grande scalpore nell'ambiente. Ma non siamo qui a parlare di questo.


Thomas Engert, vincitore della
tappa tedesca dell'Eurotour

Al contrario, la nostra attenzione di questi tempi è catalizzata dalla brillantezza con cui, al pari del grande atleta che si riprende da una frattura con costanza e serietà, Fabio ha saputo tornare ai suoi livelli in tempi ben più brevi del previsto, mettendo quell'umiltà, che nella nostra intervista predicava ai principianti, davanti a tutto per confermarsi campione di altissimo livello.

All'episodio americano, che avrebbe minato le motivazioni di chiunque, Petroni ha fatto seguire una solare dichiarazione sul suo sito internet, in cui informava i suoi numerosi fans del suo stato di salute, rassicurando tutti sull'impegno che avrebbe profuso per superare il periodo difficile.

Poi, senza perdere tempo, allenamenti e relax, per tornare quello di prima, ignorando le posizioni in classifica perse e qualche battuta d'arresto per lui completamente inusitata. Insomma (battuta dedicata a Fabio dall'autore), senza «fasciarsi la testa».

E, come accade con i campioni, perché di questo si tratta, molto prima di quanto t'aspetti, rieccolo. A soli due mesi di distanza, in mezzo al consueto stuolo di fenomeni che affollano il tabellone dell'Eurotour, un Petroni concentrato e determinato, calmo e chirurgico, è tornato sul podio, alla piazza d'onore, della prova di Sindelfingen, in Germania.

Meno appariscente del solito, quasi in sordina, il romano ha saputo mettere in fila tutti i suoi avversari, uno dopo l'altro, con una costanza nel gioco degna dei suoi momenti migliori, arrendendosi solo in finale al plurititolato tedesco Thomas Engert, uno che di gare così ne ha vinte parecchie.

Il secondo posto al «Dynamic German Open» del mese scorso, proprio per le difficoltà dei due mesi precedenti, vale quasi di più di un trionfo (ad esempio quello nell'Eurotour spagnolo del 2006) sulle ali dell'entusiasmo.


Petroni festeggia la vittoria
a Malaga nel 2006

Se qualcuno aspettava la conferma della veridicità delle affermazioni di Petroni nella nostra intervista di un anno fa, eccola. L'impegno, la costanza e la serietà, anche nelle situazioni più complicate, sono la strada più breve verso il ritorno al successo.

La prova tedesca del circuito europeo di palla 9 ha messo in evidenza anche altri italiani, in armonia con la crescita tecnica del nostro movimento. I noni posti di David Pascasi e Gabriele Cimmino (uscito agli ottavi proprio contro Fabio) sono di grande valore, e da entrambi i giocatori ci aspettiamo exploit anche maggiori a breve tempo. Una menzione particolare va alla diciassettesima posizione di Giuseppe Jacobucci, alla seconda qualificazione consecutiva nei primi 32 d'Europa, cosa non da poco per chi si può dedicare alla stecca solo dopo una lunga giornata lavorativa.

Poco male, allora, la prematura eliminazione di Bruno Muratore per mano dello svizzero Dimitri Jungo. Un match combattutissimo tra due grandi giocatori con gli episodi, a favore dell'elvetico, a decidere le sorti della partita. Bruno conserva comunque un'alta posizione nel ranking, il quarto posto a soli dieci punti da Tony Drago, e soprattutto non accenna a diminuire il livello di gioco nonostante il risultato di giornata non esaltante e il lungo viaggio di ritorno da Las Vegas per la sfortunata apparizione al World Pool Masters.

Peccato per Alessandro Torrenti, che dopo aver inflitto un pesante ko proprio a Drago, non è riuscito ad uscire vincitore dalle due finali di girone, mancando per un soffio la qualificazione per i sedicesimi di finale.

Alle porte, adesso, c'è il concitato finale di stagione. L'Eurotour di Rankweil, in Austria, e le finali nazionali delle federazioni italiane (Federbiliardo e FIBiS). Un ultimo sforzo per tutti, per poi godersi le meritate vacanze e ricaricare le batterie in vista della prossima annata di pool, nella quale l'Italia ha il gravoso ma stimolante compito di confermare e possibilmente migliorare quanto di buono ha saputo raccogliere negli ultimi dodici mesi.

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