Tony Drago, vittoria e intervista da... Italiano!
Di Francesco Tomati, in Pool - Interviste - marzo 2008

É ufficiale: bweb Magazine porta bene. Quando, con l’amico Tony Drago, abbiamo concordato l’intervista che state leggendo, il campione maltese era “solo” un fenomeno della stecca che, dopo anni al vertice delle classifiche mondiali di snooker, stava cercando la sua consacrazione definitiva nel mondo del pool.


Un bel bacio alla Mosconi Cup
sotto gli occhi di Daryl Peach

Già da tempo, a partire dall’inaspettato terzo posto al campionato mondiale del 2003, si intuiva che Tony, nella specialità americana, ha una marcia in più. Ma, nonostante la recentissima vittoria del team europeo alla Mosconi Cup 2007, in cui ha ottenuto l’ambito riconoscimento di “MVP”, un po' tutti si meravigliavano di come, dopo più di un anno di partecipazioni assidue, Drago non fosse ancora riuscito ad aggiudicarsi una prova dell’Eurotour di Palla 9.

Ebbene, abbiamo scoperto che, come le Iene televisive, anche noi attiriamo buoni influssi su chi entra a far parte della nostra sempre più ampia cerchia di amici. A Sucy en Brie, sobborgo di Parigi, finalmente per il «Tornado maltese» è stata la volta buona. Con un cammino trionfale, imbattuto nel girone di qualificazione e debordante dai sedicesimi in poi, Tony si è “tolto il peso” di entrare nell’albo d’oro del prestigioso circuito europeo, primo maltese della storia, e c’è da giurare che quello ottenuto in Francia non resterà il suo unico primo posto.

Ma la notizia, seppur succosa già di per sé, assume ancora maggior interesse per noi appassionati di pool italiani perché l’affermazione dell’esuberante peso massimo della stecca è avvenuta al suo esordio con la maglia del Mari Club di Crocetta del Montello (TV). Lo squadrone del presidente Gardin, che già annovera tra le sue file alcuni tra i migliori giocatori italiani e dell’est europeo, è riuscito a portare a termine un vero e proprio “colpaccio” di mercato, ingaggiando, con Drago, il campione del mondo in carica Daryl Peach e il fortissimo Imran Majid, entrambi inglesi e nomi di spicco del biliardo all’americana.

Ancora con la maglia biancoazzurra della compagine trevigiana, seppur trafelato e assediato dai fan, Tony si mostra subito disponibilissimo con il Vostro cronista, tra l’altro suo nuovo compagno di squadra, ed entra subito nella parte di nuova stella del pool italiano. Su un divanetto della sala “Leader”, che ha ospitato la competizione, in compagnia del finlandese Markus Juva, semifinalista “violentato” (per sua stessa definizione) dal ritmo furibondo di Tony, comincia la nostra chiacchierata.


BW: Innanzitutto, una breve introduzione su come è iniziata la tua carriera di giocatore di biliardo.

Sono stato molto precoce, ho cominciato a giocare a soli 8 anni, a Malta, naturalmente a snooker. A 18 sono andato via di casa, trasferendomi subito a Londra per portare il mio talento ai massimi livelli. Lo snooker professionistico è diventato così la mia vita, sono rimasto nei Pro della disciplina per 23 anni consecutivi, di cui una decina tra i top ten.

BW: Ora la tua carriera, però, ha avuto un grosso cambiamento.

Esatto. Dopo tanto tempo ho perso la carta da Pro nello snooker, anche perché il mio interesse primario nell’ultimo paio d’anni si è via via spostato verso il pool. Sia chiaro, lo snooker è sempre stato la mia vita, continuo a giocarci e di sicuro non farò sconti, ma per riconquistare il posto nel gotha della disciplina dovrei riprendere ad allenarmi solo a quello per 8 ore al giorno, scordandomi il pool. Inoltre, non ci sono più i guadagni di una volta, e l’ambiente sta diventando sempre più carico di tensione. Non è assolutamente vero che il pool è meno “serio” dello snooker, agli alti livelli la professionalità non manca di certo, ma il clima che si respira è molto più sereno e rilassato, ho molti più amici e non posso certo lamentarmi dei miei introiti.


La dedica del «Tornado» agli amici di BiliardoWeb

BW: Alla Malta Cup di snooker (link all'articolo, ndr.), dove eri atteso come protagonista di casa, non è andata molto bene.

Hai ragione, sicuramente non ho giocato in maniera brillante, ma devo dire che, non per trovare alibi, ci si è messa pure la sfortuna a complicarmi le cose. Per tutta la settimana precedente, invece di intensificare la preparazione per trovare la forma migliore, sono stato a letto con la febbre alta e nel momento della gara mi sentivo completamente svuotato. Pazienza...

BW: Quindi hai preferito rimetterti in forze e dimostrare di aver recuperato qui a Parigi, sbaragliando tutti a palla 9. Come ti alleni per il pool?

Suonerà strano, ma non mi alleno affatto. I miei allenamenti quotidiani, se non ho gare, sono sempre sul tavolo da snooker. La settimana del torneo di pool, mi trasferisco sul tavolo più piccolo e gioco semplicemente, con sparring partner di livello assoluto come il mio amico Imran Majid.

BW: A proposito di amici, chi sono, sia nello snooker che nel pool, quelli a cui sei più legato?

Nello snooker Joe Swail, per quanto riguarda il pool, come ho già detto, Imran è il mio road partner e amico più caro.

BW: La caratteristica che ti contraddistingue è la velocità. Guardandoti il gioco sembra più facile di quello che è, e la pressione sembra non appartenerti (vedi il video poco più sotto, ndr.).

Come puoi immaginare, non è vero. Il ritmo veloce fa parte di me, non saprei giocare in altro modo. La tensione, da non confondere con la paura, c’è, ne ho bisogno per rendere al meglio, ma si nota di meno per via del poco tempo che passo a pensare. Poi mi rendo conto che giocando in questo modo intimorisco i miei avversari, spesso snaturandone il gioco. É accaduto in questa finale con Reimering, nella semifinale con Juva (che annuisce accanto a noi, ndr) e so che succederà ancora in futuro.

BW: Che rapporto hai con l’Italia? Avresti mai pensato di giocare per un team italiano?

Beh, io sono per un quarto italiano e ho molto in comune con voi. Ho sempre pensato che prima o poi avrei trovato uno sponsor italiano nel pool, perché voi piacete a me ed io piaccio a voi. Ora che gioco per il Mari Club sarò molto più spesso in Italia e ne sono molto felice. Giocherò l’Enada Cup a Rimini a marzo e poi L’Eurotour di Castelvolturno in aprile, per cominciare.

BW: Tutti i “grandi” che abbiamo il piacere di intervistare offrono un consiglio ai giovani che intendono diventare come loro. Qual è il tuo?

Allenarsi, allenarsi, allenarsi. E non dimenticare mai di divertirsi giocando a biliardo.



Un «centone» in tre minuti e mezzo, un vero «Tornado»...

Con questo consiglio, tanto ovvio in apparenza quanto prezioso, la nostra chiacchierata con il «Tornado maltese» si chiude, e in men che non si dica Tony si allontana alla velocità della luce, non prima di aver stritolato in un abbraccio col suo quintale abbondante il vostro cronista, e mandato (per iscritto) i suoi saluti a tutti i lettori di BW.

In un Eurotour apparentemente avaro di soddisfazioni per i molti azzurri presenti, c’è un italiano che sorride, e non poco. Si tratta di Bruno Muratore, che con un “normale” (per i suoi standard recenti) nono posto, unico di noi tra i primi 32, è balzato al terzo posto della classifica europea, assicurandosi la partecipazione, a maggio, al prestigioso World Pool Masters di Las Vegas. Sarà come sempre un orgoglio, per la nostra "piccola" nazione del pool, offrire a una manifestazione così importante uno dei 16 protagonisti.



Bruno Muratore, portacolori azzurro al World Pool Masters di Maggio

Visualizza il tabellone completo dell'Eurotour di Parigi 2008


(si ringrazia Giancarlo Tomassini per le foto dell'Eurotour inserite in questo articolo)




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