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Malta Cup e Welsh Open 2008

"Murphy e Selby si riconfermano grandi protagonisti della stagione"
 

Anche quest'anno la «doppietta» Malta Cup - Welsh Open è posizionata nel calendario del circuito mondiale di snooker come trait d'union tra le due grandi classiche (Uk Championship e Masters) e la fase finale della stagione, che vede in rapida successione il China Open e infine il più classico degli appuntamenti: il Mondiale di Sheffield.


Ken Doherty, già vincitore della Malta Cup
nel 2006, si arrende in finale a Shaun Murphy

C'è però una novità quest'anno: la Malta Cup infatti, pur facendo ancora parte del circuito major, non è più un torneo valido per la classifica mondiale. Questo, unito al fatto che non ci sarebbe stata alcuna pausa prima del Welsh Open (i due tornei si sono disputati in due settimane consecutive), ha determinato alcune assenze dal torneo maltese, in particolare quelle di Steve Davis e Ronnie O'Sullivan, che evidentemente vogliono concentrare le loro energie sui ranking tournament: il primo per cercare di restare nei top 16, il secondo per riconquistare lo scettro di n°1 al mondo.

Altra novità riguardante la Malta Cup è la fase iniziale della gara, non più a eliminazione diretta ma con il sistema dei round robin, similmente a quanto avviene già da due anni al Grand Prix. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, questa scelta non è particolarmente gradita ad alcuni dei giocatori, ma ben si adatta soprattutto a una competizione a inviti, poiché il pubblico ha modo di vedere i propri beniamini esibirsi in più partite. La formula adottata in quest'occasione ha un'ulteriore peculiarità: si gioca infatti sulla distanza dei 6 frame, ed è quindi contemplato il pareggio per 3-3.
Sono stati selezionati 20 giocatori divisi in quattro gironi; solo il primo classificato di ciascun girone passa alla fase a eliminazione diretta, di fatto ridotta quindi alle sole semifinali e finale. Due le wild card locali: Alex Borg (giocatore di secondo piano) e Tony Drago, che come si può evincere anche dall'intervista che trovate in questo stesso numero, si può ormai considerare un ex giocatore di snooker, viste le soddisfazioni che sta traendo dal circuito del pool; nessuno dei due ha fatto molta strada (solo un pareggio e sette sconfitte complessive per loro nei gironi).


Shaun Murphy, il venticinquenne inglese conferma
il titolo conquistato alla Malta Cup del 2007

A emergere dai gironi di qualificazione sono invece John Higgins e Ding Junhui, entrambi reduci da un inizio di stagione deludente, con tre vittorie e un pareggio, e i due giocatori tradizionalmente più a loro agio nell'isola del mediterraneo: Shaun Murphy e Ken Doherty, entrambi già vincitori di questo torneo e anche stavolta in piena corsa con quattro vittorie su quattro incontri al proprio attivo.

Le due semifinali vedono dunque di fronte i due veterani Higgins e Doherty da una parte, e due tra i più accreditati giovani componenti della «nuova onda» dello snooker mondiale, Murphy e Junhui, dall'altra. Quest'ultima è stata decisamente la semifinale più interessante; col senno di poi la si potrebbe addirittura definire la vera finale di questa edizione, con il cinese che si porta avanti per 3-0, Murphy che accorcia le distanze con una serie di 137 e si porta fino al 4-4, per poi cedere il nono frame; ma riuscirà nuovamente a reagire siglando serie da 80 e 75 che gli consentono di portare a casa il match per 6-5, qualificandosi per la sua seconda finale maltese consecutiva (è il campione in carica) e confermando di essere il giocatore più solido e continuo di questa stagione: soltanto un po' di sfortuna e avversari al top gli hanno impedito finora di aggiungere altri titoli al suo palmares...
Sensazionale prestazione di Doherty nella seconda semifinale, che chiude facilmente per 6-2 su un impotente Higgins. Tutto lascia presagire una finale combattutissima... che invece non ci sarà affatto: Doherty parte alla grande con un 91 nel primo frame, ma da qui in poi Murphy prende decisamente il controllo del match portandosi 4-1, e successivamente 7-2... l'irlandese (autore di straordinarie rimonte nella sua carriera) cerca di reagire, ma solo per lo spazio di un frame: Murphy non si rilassa e chiude per 9-3 con una bella serie da 76 finale.


Murphy e Selby, rispettivamente 25 e 24 anni

Come si è detto in precedenza, la carovana dello snooker mondiale prosegue senza soluzione di continuità a Newport (Galles) per il tradizionale appuntamento col Welsh Open. Nessuna defezione tra i partecipanti e nessuna novità nella formula di gara in questo caso, si comincia dai sedicesimi di finale con alcuni scontri interessanti, primo tra tutti quello tra Ronnie O'Sullivan e Judd Trump, il ragazzo prodigio che qualche anno fa ha strappato proprio a Ronnie il record come il più giovane ad aver siglato un 147. Messo di fronte al suo idolo, Trump si è difeso bene mettendo in mostra alcuni dei «numeri» che gli valgono il nome che si è fatto, ma il più esperto O'Sullivan (che avrà parole di elogio per il ragazzo dopo la partita) è sembrato sempre in controllo, e tutto sommato si è aggiudicato agevolmente il match. Ancor più a senso unico l'altro incontro più atteso, nel quale Robertson si è facilmente sbarazzato di un Jamie Cope in giornata no per 5-1. Sorprendente la sconfitta di Peter Ebdon per mano di Perry, molto meno quella di Graeme Dott, a dispetto del non eccelso avversario (l'inglese Judge): pensate che l'ex campione del mondo, dopo il buon inizio a Shanghai (raggiunse le semifinali), perde a Newport il dodicesimo degli ultimi tredici incontri disputati, che si completano con un pareggio nel girone della Malta Cup; di fatto, Dott non vince un match ufficiale dallo scorso agosto, davvero incredibile.


«The Rocket» diserta il torneo maltese e
giunge in finale nel prestigioso Welsh Open

Ottavi di finale senza grosse sorprese, se si eccettua la sconfitta del campione in carica Robertson per mano del talentuoso ma discontinuo Carter, che ha già ampiamente dimostrato di poter competere con chiunque nella giornata giusta. Ottima la vittoria di Stephen Hendry sul giovane giocatore di casa Ryan Day; con la sua sconfitta e in contemporanea quella del grande Mark Williams, il Welsh Open rimane ancora una volta prematuramente orfano dei suoi beniamini; la corsa di un ritrovato Hendry non si ferma qui: nei quarti di finale supera agevolmente Lee, qualificandosi per le semifinali dove si trova di fronte Mark Selby.

Continua il momento magico del «giullare di Leicester» (questo il nickname che gli è stato affibbiato, per la sua verve e il suo aspetto sbarazzino), che supera facilmente in successione Harold, Doherty e Higgins, il quale dichiara dopo la sconfitta: «Se Mark continua così, solo il miglior O'Sullivan può fermarlo a Sheffield» (dove Higgins lo superò in finale nel 2007 – ndr); «è migliorato così tanto dall'anno scorso, non sembra mai che stia per sbagliare qualcosa ed è un giocatore completo ormai». Dichiarazioni che si sommano a quelle di Steve Davis, che a ragion veduta lo definisce «il miglior match player del mondo al momento».
In effetti Selby sembra sempre dare il meglio di sé quando la battaglia si fa durissima, e non molla di fronte a nessun avversario: la finale di questo Welsh Open ne darà ampia dimostrazione, ma procediamo con ordine; dall'altra parte del tabellone, O'Sullivan viene fuori con grosse difficoltà dal match con Ali Carter, per poi affrontare il «solito» Murphy, che raggiunge passeggiando la sua quinta semifinale della stagione (la sesta, se si considera anche la Pot Black Cup). Un incontro altamente spettacolare, che vede Murphy tenere bene il campo fino al 3-3, prima che Ronnie ingrani quella «marcia in più» che solo lui al mondo possiede, fino alla trionfale chiusura con un 143 che resterà la miglior serie del torneo.


Maurizio Cavalli, voce storica del biliardo in
Italia e telecronista dello snooker di Eurosport

Ancora più equilibrata l'altra semifinale, nella quale davvero si sono visti sprazzi del miglior Hendry fino al 4-4; quale giocatore non sarebbe intimidito trovandosi di fronte il più grande campione di tutti i tempi in ritrovate condizioni di forma e più che mai affamato di vittoria? Risposta semplice: Mark Selby... senza scomporsi più di tanto, il ragazzo inglese continua con il suo asfissiante gioco di difesa, e alla fine è Hendry il primo dei due a «saltare», mentre Selby si qualifica per la sua seconda finale quest'anno, dopo il trionfo di Wembley lo scorso gennaio.

Finale Selby-O'Sullivan dunque, forse la finale più desiderata da tutti i tifosi di questo sport negli ultimi mesi... due giocatori molto diversi, ma che in questa diversità sono riusciti ugualmente a catturare le simpatie del pubblico, come testimoniano le numerose e-mail giunte in diretta durante la telecronaca di Maurizio Cavalli su Eurosport, nelle quali gli spettatori descrivevano i due contendenti come i loro beniamini.
Molto equilibrato il match nelle fasi iniziali, ma la tattica di Selby appare chiara fin da subito: spezzare il ritmo a O'Sullivan, rallentare il gioco, togliere il ritmo all'avversario; sa che giocando a viso aperto rischia di essere surclassato. Gli effetti di questa strategia si rendono ben presto evidenti, con la regia che durante il quinto frame inquadra impietosamente O'Sullivan, il cui labiale recita chiaramente «mi sto annoiando». Addirittura, il settimo e l'ottavo frame sono stati dichiarati «in stallo» dall'arbitro per gioco eccessivamente rinunciatario (in questi casi, il frame viene annullato e si ricomincia con le bilie in formazione). L'equilibrio continua fino al 4-4, ma l'inizio della sessione serale è tutto dalla parte di Ronnie: un 93 e un 135 in soli 18 minuti, poi ancora un frame per Selby a ridurre le distanze, ma di nuovo due buone serie di O'Sullivan che si porta così sull'8-5, a un frame dalla vittoria. La strenua resistenza di Selby sembra ormai vinta, ma il ragazzo di Leicester non ne vuole sapere di arrendersi, e continua a restare concentrato: «se pensi di dover vincere quattro frame consecutivi con O'Sullivan, c'è di che scoraggiarsi... ma se li prendi uno per volta non ti sembra più così tragico».


Grande stagione per Selby, alla vittoria al
Masters segue la conquista del Welsh Open

E così Selby si aggiudica il primo, poi il secondo, poi il terzo... sono frame in cui succede di tutto, colpi di fortuna da una parte e dall'altra, qualche occasione mancata da O'Sullivan che comincia a sentire la vittoria sfuggirgli di mano... nel frame decisivo Selby si costruisce un margine di 30 punti, O'Sullivan sbaglia un difficile traversino e non torna più al tavolo! Il 24enne completa l'incredibile rimonta, e si aggiudica il suo primo ranking tournament per 9-8, di fronte a un pubblico in delirio.

L'amarezza di O'Sullivan traspare chiaramente dalle sue dichiarazioni: «non so se Mark (Selby) abbia talento oppure no; fa un gioco estremamente negativo, non rischia mai un colpo se non è sicuro di lasciare le bilie in difesa in caso di errore... è difficile giocare contro di lui perché sai già di dover affrontare lunghi frame e battaglie difensive. Comunque non posso lamentarmi, ho avuto le mie chance».
Selby non se la prende più di tanto, spiegando semplicemente che questo genere di tattica era l'unico che gli avrebbe permesso di uscire vincitore da questa partita: «non sono molti i giocatori che possono lottare ad armi pari con il gioco di serie di Ronnie; se non ci riesci, devi per forza inventarti un piano B. Dal punto di vista realizzativo non sono stato sui livelli che vorrei, ma sono contento di esserne uscito fuori ugualmente grazie al gioco di rimessa».

Grazie a questo risultato, O'Sullivan mantiene il primo posto in classifica provvisoria mentre Selby sale al quarto posto, ormai a un passo dall'elite assoluta. I prossimi appuntamenti saranno il China Open nell'ultima settimana di marzo (la cronaca sul prossimo numero) e il gran finale di Sheffield tra aprile e maggio, dove si decreteranno tutti i verdetti, in positivo e in negativo, di questa lunga e appassionante stagione. Arrivederci al prossimo numero di bweb Magazine!

Visualizza il tabellone completo della Malta Cup 2008
Visualizza il tabellone completo del Welsh Open 2008


 
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